Sentendo il via libera della Dhampir, Sfrush si avvicinò un po' più rilassato. Il mistero del canto lo tormentava, ma almeno non c'erano trappole in giro. In più non era più riuscito a sentire la litania, anche per colpa del vociare dei suoi compagni.
Solo una cosa gli balenò in mente, qualcosa che aveva letto in un vecchio tomo. Era passato così tanto tempo che non era neanche sicuro di quale tomo fosse, se uno di quelli che lui contraffaceva o tra quelli che aveva preso in prestito alla scuola di magia.
Mystril, la Madre di tutta la magia, era una dea maggiore che si era sacrificata per preservare la Trama, minacciata dagli attacchi di un arcimago di cui non ricordava di aver mai letto il nome.
Come poteva tornargli utile però quel ricordo in quella situazione?
Distratto dai suoi pensieri sobbalzò ed arruffò istintivamente le piume, colto di sorpresa, quando Skjall balzò indietro senza preavviso mettendosi in posa difensiva. Il Kenku, teso e confuso, lo vide poi avventarsi contro un sasso a terra per poi sollevarlo verso la luce. Il sasso si rivelò non essere esattamente un sasso, forse era più un pezzo di vetro da come scintillava, e lo ripose come se nulla fosse in una tasca.
Il corvide umanoide era visibilmente confuso dall'accaduto e rimase ad osservare il Lizardfolk con curiosità. Poteva capire il fascino dello scintillio di gioielli, denaro e tesori, lo conosceva bene d'altronde, ma di un pezzo di vetro? E perché quella reazione così esagerata?
Che c'entrasse la tensione legata alla missione e all'atmosfera di quel posto?
Quando anche il compagno d'avventura si chinò ad osservare qualcosa alla base dello scalino dove anche Lilith si era fermata e si era messa a sedere, Sfrush lasciò perdere per il momento il canto e cosa potesse significare per esaminare quel piccolo bagliore blu come le torce.
Il bagliore era in realtà una runa incisa che brillava da una tenue luce.
«Feuh.» commentò il Kenku con una voce incredibilmente anziana. Conosceva bene il significato di quella runa, ma cosa ci facesse lì era un altro mistero. Stava forse ad indicare che proseguendo avrebbero trovato ricchezze, prosperità e felicità?
L'atmosfera e ciò che aveva sentito non gli davano molta fiducia però.
Con la coda dell'occhio notò una seconda runa verso destra, ed il brillare di una terza che sembravano volerli condurre ai piedi di una grossa statua sulla cima della scalinata.
Gracchiò piano pensoso, poi intenzionato a studiare anche la seconda runa poco più in alto cominciò ad arrampicarsi sugli scalini decisamente non pensati per creature delle sue dimensioni cercando di non fare troppo rumore per attirare eventuali attenzioni indesiderate.

Code © Shiny

Il canto misterioso si rivelò essere ancora più misterioso del previsto. Le parole stavano influendo sulla Trama, questo il Kenku lo capì chiaramente. La sensazione della magia nell'aria era sottile ma ma familiare e riconoscibile per lui, ma su che effetti stessero effettivamente avendo quelle parole sulla Trama, la loro origine o perché qualcuno o qualcosa le stesse cantando non sapeva ancora darsi una risposta.
Forse prendendosi del tempo in più per studiare meglio quel canto sarebbe riuscito a trovare le risposte che cercava, ma aveva quel tempo?
Seppur concentrato sulla litania Sfrusfh aveva l'impressione che i suoi compagni d'avventura si fossero già messi a far altro e di certo non voleva rimanere indietro, ma soprattutto...il canto si era fermato nuovamente.
E proprio durante l'assenza del canto l'umanoide pennuto notò che mancava anche tutto il resto: non c'erano altri suoni, non c'era il vento, niente odori e niente terra sotto le zampe. Eppure la terra c'era, la vedeva, ma non la sentiva. E il vento gli scompigliava le piume e gli ondeggiava le vesti, anche questo lo vedeva, ma non lo percepiva fisicamente.
Come era possibile?
Mentre si rendeva conto di tutto ciò le sensazioni mancanti subito tornarono, la sensazione della terra sotto le zampe tornò, così come il suono e la carezza del vento.
Qualcosa gli aveva spento i sensi, ma solo alcuni e solo temporaneamente, solo finché lui non se ne accorse.
«Attenzione!» si rivolse a Skjallmolik e Lilith, cercando di mantenere un tono di voce abbastanza basso per non ostacolare l'avanzata furtiva di quest'ultima, «C'è potere nelle parole, dette nel modo giusto possono manipolare la Trama nei modi più inaspettati.» provò a metterli in guardia sullo strano effetto del canto provato prima recitando le parole di un insegnante della scuola di magia in cui era solito intrufolarsi di nascosto.
Si mise in moto per seguire la Dhampir, facendo molta attenzione sia a ripercorrere al meglio possibile i suoi passi senza far rumore, sia stando attento ad altre stranezze o per non perdersi il ritorno della litania.

Code © Shiny

Sfrush non seppe bene come rispondere ai suoi compagni d'avventura, dato che una gli era scoppiata a ridere in faccia e lo aveva pure ringraziato, mentre l'altro aveva commentato quanto fosse buona la carne di cervo. Entrambe le cose lo avevano lasciato momentaneamente spiazzato, dato che più che far ridere o mettere l'acquolina in bocca voleva condividere con loro la maestosità di quella bestia.
«Si figuri, è stato un piacere. Torni presto a trovarci!» rispose alla fine alla ragazza Dhampir con una voce ancora diversa, rubata forse ad un locandiere o ad un negoziante molto tempo prima.

Il carro finalmente giunse a destinazione ed il cocchiere li fece scendere a circa 100 metri dalla destinazione, dicendo che non si sarebbe avvicinato ulteriormente perché quel posto gli metteva i brividi, e si allontanò per trovare un posto tranquillo dopo aver raccomandato al gruppo di non far nulla di pericoloso altrimenti la gilda lo avrebbe pagato una miseria.
Sfrush si limitò ad annuire al cocchiere ed a salutarlo con una mano.
Non che degli avventurieri in missione potessero realmente scegliere di non finire nei guai esplorando un posto sconosciuto, ma non sapendo quale delle frasi apprese negli anni sarebbe stata la migliore per informare il cocchiere della cosa decise di lasciar correre.
Si voltò quindi verso la loro meta e cercando di non lasciarsi abbattere dal panorama particolarmente desolato si incamminò dopo aver lanciato un'occhiata ai suoi colleghi.
Il piccolo Kenku si trovò davanti ad una serie di cose che gli fecero spalancare letteralmente il becco dallo stupore. Due statue raffiguranti soldati umanoidi gigantesche come non ne aveva mai viste in vita sua affiancavano un'arcata più piccola ma comunque enorme che portava dentro al fianco della montagna e da cui provenivano la fioca luce di torce stranamente blu...e un canto?
Dopo aver lanciato una seconda occhiata al Lizardfolk e alla Dhampir, si avvicinò lentamente per capire quale potesse essere l'origine di quello strano canto che che s'interrompeva per poi ricominciare poco dopo.

Code © Shiny

Il paesaggio fuori era...desolante. Un paesaggio composto da picchi appuntiti e montagne quasi del tutto spoglie di vita.
Quasi.
Qui e lì Sfrush notò chiazze di verde, delle piante testarde che si ostinavano a sopravvivere in quel mondo arido. E con loro qualche animale altrettanto testardo. Seguì con lo sguardo la fuga di una lepre nella sicurezza della sua tana per sfuggire agli artigli di un grosso rapace, che mancata la preda volò via con un grido sdegnato.
Niente di fuori dall'ordinario, apparentemente. Ma proprio mentre il kenku stava per perdere interesse nel paesaggio che scorreva fuori dalla carrozza ecco che qualcosa di straordinario lo colpì. Un bagliore che dapprima aveva interpretato come il riflesso del sole sulle rocce si rivelarono essere in realtà due enormi palchi luminescenti di un altrettanto enorme cervo.
Mentre i loro sguardi s'incontravano per un secondo, Sfrush si lasciò scappare un sonoro "cra" di sorpresa mentre si sporgeva per osservare meglio la bizzarra creatura che, disinteressata, stava tornando a cibarsi da una misera chiazza verde.
Il kenku allora si voltò di scatto verso i suoi compagni di viaggio e con la voce di un rozzo e burbero cacciatore incrociato per caso qualche anno prima disse «Un cervo.».
Il tono della voce non combaciava con lo sguardo scintillante di meraviglia che avevano i suoi occhi in quel momento. Non aveva mai visto una bestia simile nei suoi viaggi!
Intuendo che i suoi compagni di viaggio potessero non capire la grandiosità del cervo appena visto solo dalle sue precedenti parole, portò le mani simili a zampe d'uccello sopra la testa e provò a mimare i palchi luccicanti dell'animale.
«Wow! Come luccicano!» esclamò questa volta la voce meravigliata di una bambina a cui aveva fatto vedere le Luci Danzanti tempo prima per intrattenerla.

Code © Shiny