I cuccioli del bosco.

Seria, cucciolosa. Veloce.

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    Sbuffò, buttando fuori l'aria tutta d'un colpo. A quanto sembrava, qualche impiccione era venuto a levar dai guai il draghetto. Non che ci fosse nulla di male, ma questo significava semplicemente che ora il lato si era popolato di altri impiccioni! Il draghetto andò sott'acqua, facendosi un buon tratto in apnea e riemergendo dopo qualche secondo. Guadagnò la riva a zampate, scrollandosi l'acqua di dosso non appena che l'ebbe raggiunta. Era uscito un po' in disparte rispetto agli altri. Li scrutò, con fare interrogativo. La zampa andò alla bocca, e Nightrun si succhiò il pollice con fare cogitabondo
     
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    Sentite, non per lamentarmi, ma vedete di seguire un ordine cronologico ben definito, altrimenti qua si fa casino. Per quanto ne ho capito, il bagliore del ciondolo di Spartacus viene prima che io mi alzassi dal cespuglio in cui ero rintanato, e non mentre mi avvicinavo. Prendetevi nota degli avvenimenti e non scambiate l'ordine per favore.


    Era buffa l'intera scenetta, non solo per la singolarità delle specie presenti in quel luogo ma pure per le circostanze. I cuccioli ancora fermi tremanti, o almeno due di loro anche se dopo sembrava avessero preso più coraggio, e la bimba umana ancora imbambolata lì, come se fosse in uno stato di sonnambulismo. Tra l'altro stava emergendo dal lago un altro cucciolo, di cui non si era reso conto prima, anche se si teneva a distanza dagli altri e sembrava apatico per quanto gli stesse succedendo attrono a lui.
    Si aspettava una reazione simile della volpe per quanto riguardava lui, dopotutto nessuno si esalta per l'incontro di un licantropo, ma non si aspettava che covasse un profondo rancore verso gli umani; pertanto pensò che l'appello alla madre fosse il suo e comprendeva l'eccessiva reazione che aveva avuto.
    -Hai ragione di dubitare di me, dopotutto sarei a caccia e se mi gira potrei fare di voi le mie scorte personali di carne essiccata. Ma non sono così crudele, e non lo sono la maggior parte degli esseri umani. Non so quale tipo d'infanzia tu abbia avuto, ma non fare di tutta l'erba un fascio!-, lo rimproverò in tono severo. Lui di umani ne aveva aiutati e avevano contraccambiato cortesemente. E si, anche lui era seccato da chi contribuiva a dare una cattiva immagine degli esseri umani, ma non era una scusa per dire che tutti gli esseri umani erano viscidi.
    Tuttavia, quel che lo sorprendeva di più era il cucciolo di lupo blu. Sembrava essere già addestrato oppure aveva una calma innata. E aveva anche buon fiuto. -Sai, mi sorprende la tua risposta, sembri già un po' istruito su come usare i tuoi sensi, i miei complimenti. E confermo anch'io: nessun umano nelle vicinanze oltre a lei.-, disse rivolto al lupacchiotto. Dopo di chè, si avvicinò al gruppetto di cuccioli e, non appena era abbastanza vicino a tutti loro, si accucciò:-Sai, in verità sono preoccupato per voi. Tolto qualche cacciatore dotato di buon senso, girano parecchi bracconieri da queste parti, per nonparlare di predatori feroci e e pericolosi. Non dovreste girare da soli senza possibilità di difesa.-.
     
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    Chissà quello che stava succedendo laggiù! Anche se la distanza non era troppa, l'udito umano non era certo raffinato quanto poteva essere quello di un cacciatore, quindi Kerry non riusciva a capire niente di quello che stava avvenendo dove i cuccioli si erano raccolti. Al massimo recepiva i vari movimenti (la piccola volpe per esempio sembrava indecisa se nascondersi tra le radici di un albero affrontare qualunque cosa stesse succedendo a viso aperto), ma dalla sua posizione risultava comunque tutto altamente confuso.
    L'unica voce che riusciva a distinguere più o meno chiaramente era quella più profonda del licantropo. Sperava però, che il discorso non fosse rivolto direttamente a lei, non le era troppo piaciuto il discorso sulla carne secca..
    Provò a fare qualche passo in avanti per avvicinarsi. Se a qualcuno non fosse andato a genio la sua iniziativa, beh, che si facesse avanti per dirglielo, almeno così avrebbe finalmente capito qualcosa, in più un qualcosa rivolto a lei.

    Mmh, io ho un po' di difficoltà a capire come siamo disposti lungo la riva del lago... O.o
     
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    Non fece molto attenzione al significato dei discorsi, li utilizzo più che per individuare i presenti, girando la testa a turno ogni volta che essi parlavano.
    Per adesso aveva individuato 4 presenti, 2 bipedi e 2 quadrupedi, aveva sentito solo 3 voci diverse, tutte maschili. Poi senti un altra pressione sul terreno, poco prima dell'avvallamento del lago. Un altra creatura un po' distante da lui aveva appena toccato terra. Si giro verso di essa (Nightrun) come se volesse guardarla.
    Sentendo la forma delle zampe ne aveva riconosciuto la specie: un drago. Fece un lieve sorriso e riprese ad esplorare la zona.
    Si diresse questa volta, verso l'umana che aveva accennato qualche passo. Questa volta non riuscì a riconoscere le impronte. Le orme erano sconnesse e prive di senso (le scarpe), era impossibile capire di che animale fossero, perciò si avvicinò ancora di più tentando di annusare quell'essere.
    Anche se era a qualche metro di distanza dal lupo, riuscì a capire l'ultima frase che il lupo bipede aveva detto al esso.
    Continuando ad avanzare verso l'umana, giro la testa verso il licantropo e rispose: - Io preferirei non incontrare umani. Ultimamente non mi hanno trattato molto bene. - mentre parlava non si era accorto di essersi avvicinato troppo all'umana, così che, quando torno con il muso avanti andò a toccare la bambina.
    Con un piccolo sussulto di sorpresa indietreggio di qualche passo, poi si mise ad annusare davanti a se cercando di capire che creatura fosse.
    Sentì vari odori, di cui terra, foglie, un leggero odore di cuoio e di umano. Spartacus non si allarmò molto, dopotutto anche lui aveva dell'odore di umano addosso. Il resto degli odori non gli fece intuire niente.
    Ora il cristallo brillava intensamente come una candela, di un verde chiaro, evidenziando la sua estrema curiosità. Si avvicino il più possibile alla ignota creatura, allungando il collo e si sporse ignaro di essere praticamente attaccato alla faccia della bambina. Trasse un lungo respiro, cercando di incanalare la maggior quantità possibile di odori e profumi sicuro di trovare qualche indizio. Rimase fermo immobile per qualche secondo, smettendo di respirare e ignorando qualsiasi rumore o discorso esterno, concentrandosi su quello che aveva appena annusato e...
    Niente. Non fu capace di intuire cosa fosse. Sbuffò, svuotando si dell'aria che aveva analizzato. Poi, con tono un po' scocciato, ma senza nascondere la sua effettiva curiosità chiese: - Ebbene? E tu cosa saresti? -

    Figurati che io devo anche fare finta che sia cieco. XD. Vedi un po' te se riesco a capire dove sono.
     
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  5. VULPIS
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    Vemas ascoltò attentamente le parole dell'uomo-lupo, capì solo che lui non riteneva gli umani spregevoli quanto li ritenesse il volpino, poi quando si rivolse al lupetto sbuffò e salì rapidamente su un albero che protendeva un ramo esattamente sopra il gruppetto di creature varie. Una volta che il signor lupo si era assettato osservò tutti da capo a coda e disse la sua ai presenti anche se il Draghetto si stava allontanando verso l'umana:-Bene, tu meticcio la penserai così ma ogni volta che si presenta un umano nella foresta sparisce una lepre e quello ha un cappello in più. Comunque io sono Vemas, o almeno così mi chiamarono gli uccelli. He-ehm : umano che viene morte che arriva-
    Recitò infine Vemas con la zampa protesa verso il cielo e gli occhi chiusi.-
    -Quanto riguarda i predatori ti dico che vivo da solo da almeno una stagione e ho fregato orsi, linci, lupi.... si interruppe ricordandosi che uno era un lupetto e un altro un mezzo lupo.
    Vi racconterò una storia che gira tra i barbagianni della foresta, he-ehm :
    " Il sole brillava sopra l'umido terreno della foresta durante la stagione delle cucciolate dei lupi quando un manipolo di umani coperti di ferro lucente con tra le zampe lunghe ossa di acciaio si incontrò con altri pressappoco uguali e iniziarono a parlottare tra loro per poi menarsi tra di loro.
    Iniziò un putiferio e spuntarono draghi che aiutavano uno dei gruppi di uomini-ferro e abbattevano alberi, ardevano arbusti uccidevano le piante e scavavano buche. Poi un enorme Fenice piombò in mezzo allo scontro e bruciò vivi tanti umani che scappavano se vivi mentre gli altri esultavano come se uccidersi tra di se fosse normale e bello.

    Durante il racconto Voce del Cielo gesticolava e faceva versi, come i barbagianni raccontavano le fiabe a lui i primi mesi di primavera. Dall'albero lui si sentiva tranquillo ed a suo agio potendo osservarli ben-bene soddisfatto di averli intrattenuti; per Vemas raccontare una storia significa dare fiducia e amicizia agli altri. Poi si gettò dalla pianta e bevve dal lago per poi accucciarsi appoggiando la testa al licantropo mentre aspettava la loro reazione. Si sentiva bene in mezzo a loro
     
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    Sì scusa Silver, ma il fatto di essere in tanti sconvolge un pò sia l'ordine cronologico e sia le nostre posizioni. Comunque Zell ora si trova vicino al Licantropo.


    Zell si sentiva a suo agio in presenza del Licantropo. Quel grosso Lupo bipede aveva quasi lo stesso odore dei componenti del suo Branco e tutto il suo aspetto gli ricordava i suoi genitori e i suoi simili. Il Lupetto scodinzolò quando lo elogiava sulle sue qualità.
    "Oh grazie...è tutto merito di mio padre e di mia madre, mi hanno insegnato molto fin da subito. E chiamatemi pure Zell!" disse fieramente, un pò a tutti.
    "Oh...i predatori sono sentirli bene. Sono agile, veloce e scattante e riesco a depistare qualsiasi predatore e per quanto riguarda i bracconieri, quegli umani puzzano così tanto da sentirli a molti balzi di distanza!" aggiunse ridacchiando un pò.
    Il cucciolo di Volpe si arrampicò su un albero sopra di loro e si presentò con il nome di Vemas.
    "Vemas, ti posso assicurare che il mio Branco non ha mai cacciato le Volpi!" disse il Lupetto al Volpino, quando disse di essere fuggito anche dai Lupi.
    Zell ascoltò la storia di Vemas ma all'improvviso la sua attenzione venne attratta dal Draghetto rosso che andò letteralmente a sbattere contro la bambina.
    "Attento...ma ci vedi, Drago?" gli disse, dalla distanza.
    Mentre tutti quegli eventi si verificavano, Zell percepì un altro odore di sottofondo, un odore di scaglie simili a quello del Draghetto rosso e il Lupo capì che era di un altro Drago.
    "Ehi! C'è un altro Drago, qui in giro!" esclamò, guardandosi in giro guardigno.
     
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    E mentre il gruppetto si scambiava nome, informazioni personali e codice fiscale, il draghetto rimase esattamente dove si trovava. Smise di succhiarsi il pollice, avanzando di qualche passo. L'espressione era seriosa -Per quanto può esser serio un cucciolo- e nel suo sguardo si leggevano curiosità e perplessità. In effetti, il mucchietto che ora si stendeva di fronte ai suoi occhi pareva essere un bel miscuglio di varie razze: "Mumble..." Rimuginò, incerto sul da farsi. E dire che oramai si era avvicinato abbastanza da esser notato
     
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    Ascoltò attentamente i pareri del draghetto rosso e della volpe: era triste pensare che abbiano fatto brutte esperienze con gli umani già a quella tenera età. Lui sapeva che non erano tutti così, la maggior parte era ingrado di fare cose straordinarie, esssere tenaci anche nelle condizioni più disperate.
    - Mi sembra del tutto normale se un uomo va a caccia per procurarsi le pelli, stai ingigantendo qualcosa che è assolutamente normale. Dopotutto, anche io, e un giorno voi se non già sarete predatori. Ma effettivamente sei piccolo, non sei ancora in grado di capire come funziona la vita.-, rispose una volta conosciuto il suo nome e quello del lupacchiotto. Tra l'altro il volpino, una volta sceso dall'albero, gli si accoccolò addosso, come se si fosse dimenticato che un minuto prima gli stava dando contro. -Ma come? Prima c'e l'avevi con me, e ora fai il ruffiano? Hai un bel caratterino.- disse ridendo un poco.
    Tuttavia la sua attenzione fu catturata da come il drago rosso avanzava verso la ragazzina umana. I suoi movimenti gli ricordavano un amico di vecchia data, il quale era cieco. A confermare il sospetto fu quando il drago andò praticamente faccia a faccia alla bambina e gli chiese cosa fosse. Quindi quando Zell si chiesese ci vedeva, rispose semplicemente come se fosse rivolto a lui la domanda-No, credo sia cieco.-. Sperava non facesse qualche sciocchezza il drago una volta saputo che chi aveva davanti era una bambina umana. Non ci pensò molto, dato che un' altro bisogno gli si piazzò nella mente: la fame. Non aveva ancora mangiato, quindi in quel momento gli brontolò lo stomaco.
    -Caspita, è da ieri che non mangio. Qualcuno di voi, già che c'è, desidera un pezzo di carne essiccata?-, tirò fuori dal suo borsello gli ultimi 7 pezzi di carne essiccata.
     
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    Si era fatta abbastanza vicina per capire che non stavano parlando con lei. Al massimo parlavano di lei, e della sua specie e in toni non del tutto lusinghieri. Ascoltò la storiella della volpe e le parole degli altri. Perché gli umani venivano tanto disprezzati? Non poteva credere che anche i barbagianni... Le erano sempre piaciute quelle bestiole, le aveva trovate sempre così.. espressive!
    Era troppo attirata dalla iperattività del volpino, che nemmeno si accorse dell'altro cucciolo che le stava per finire addosso, cosa che di fatto successe. Rimase a fissarlo perplessa, non riusciva proprio a capire che cosa fosse.. Una lucertola? Non ne aveva mai viste di così grosse! E perché non l'aveva ancora notato?
    Si irrigidì un poco sentendo sulla pelle il respiro dell'essere, ma si rilassò vedendo che insieme al respiro non compariva nient'altro. Più divertita che spaventata (il bello di pensare di vivere un sogno è proprio quello di agire senza preoccuparsi delle conseguenze), si accucciò un po', giusto per aiutare il gioco di quella strana lucertola. Sentì i capelli che le erano sfuggiti dalle treccie, prima venire risucchiati, poi spinti all'indietro dallo spostamento d'aria. La perplessità della bambina aumentò alla domanda dell'essere.
    < Come? Cosa sono? Mmh beh... Io sono.. uh, sono una carota! >, disse la prima cosa che le venne in mente. Le sembrava assurdo che qualcuno che le stava davanti le chiedesse cos'era. Chiedere il nome, beh, lo capiva, ma cos'era? Oh, in realtà era una bella domanda, prima o poi l'avrebbe riciclata. Alzò lo sguardo verso gli altri presenti. Già, e l'avrebbe riciclata subito.
    < E tu invece, cosa sei? >. Il suo sguardo si rivolse anche all'uomo lupo e poi il lupacchiotto. Se non guardò la piccola volpe, per quanto fosse strano che una volpe avesse delle storie da raccontare, era perché il colore non era improbabile come il manto blu e verde dell"altro cucciolo.
     
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    Il drago si irrigidì un poco quando senti la domanda del lupo, ma non gli diede molta importanza.
    Al contrario, ribatté all'affermazione del licantropo, con grande tenacia, - Si! Va bene! Sono cieco! Qualche problema? - Urlo sfogandosi, poi, ricomponendosi un po', si presento anche lui, con un tono più calmo e serio. - Comunque, io sono Spartacus. Poco piacere di conoscervi. - Si giro nuovamente verso la bambina che in quel momento si era accucciata propio davanti a lui.
    Quando ella parlò, per Spartacus fu una rivelazione. Finalmente era riuscito ad ottenere una particella di odore, inconfondibilmente umana, proveniente dall'alito della bambina.
    Sentitosi preso in giro dalla sue parole, credendolo un trucco per depistarlo, assunse una posizione di difesa, piantando gli artigli a terra e contraendo i muscoli pronti per assalirla.
    Con fare feroce, ruggì: - Ma mi prendi in giro? Ho capito che sei un umana! E se credi di farmela sei cascata male! -
    Ora il suo cristallo cambiava da un blu a un rosso acceso di continuo, come la sua rabbia e la disperazione.
    Spartacus si caricò, contraendo i muscoli il più possibile, pronto ad assaltare la bambina, nel tentativo di spaventarla, a meno che qualcuno non lo fermasse prima.
     
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  11. VULPIS
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    Vemas alle parole del licantropo si rizzò sulle zampe e disse con tono quasi rimproveratorio <<Ohibò, avete bisogno di alcune delle pillole del mio stile di vita:
    Esponi le tue idee, presentati, afferra le idee degli altri e cerca un approccio amichevole. Così ci si conosce! Comunque non preoccuparti Zell, capita che un lupo mi insegua dopo che li ho fregato la preda. E a proposito, preferireste carne fresca? C'è un cervo morto nell'altra sponda.
    Osservando il Drago e ascoltando gli altri borbottò tra se lo dicevo io che non ci vedeva. Ma non ti disperare amico mio, occhio non vede cuore non duole Aggiunse dato che era in fronte alla ragazzina. Poi la situazione peggoirò in un istante, il drago tese i muscoli e a momenti si scagliava sull'umanetta ma Vemas fu più veloce: con uno scatto impressionante si lanciò davanti al Drago e cercò di dirli due parole :-Caalmati! Anche io vorrei buttarla a tappeto, ma con le parole e con i ragionamenti si capisce più che con le botte! Lo ha detto anche Mr. Pelosone, no sul serio non mi hai detto il tuo nome. aggiunse infine rivolgendosi al licantropo. Se il Draghetto avesse caricato ugualmente lo avrebbe lasciato fare, d'altronde preferiva restare abbastanza neutrale.

    Edited by VULPIS - 21/3/2014, 23:05
     
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    Zell rimase ad ascoltare il cucciolo di Volpe, capendo che era già molto maturo, nonostante sia addirittura più giovane del Lupetto.
    Zell ci rimase male quando il Draghetto disse che era cieco.
    "Oh...mi dispiace, non volevo offenderti..." disse il Lupetto abbassando il muso e nascondendolo parzialmente con la zampa.
    "Dev'essere brutto vivere senza vedere nulla...."
    Il Draghetto disse di chiamarsi Spartacus e non era molto contento di vedere gli altri.
    Sapeva che i Draghi erano creature alquanto solitarie, che vivono da soli arroccati sulle montagne e che hanno pochi contatti persino con i loro simili.
    L'incontro tra il rettile e l'umana non fu molto amichevole e Spartacus non aspettava altro che saltarle addosso ed azzannarla alla gola.
    Vemas ammonì il Draghetto, di lasciarla stare anche se pure il cucciolo di Volpe era voglioso di fare lo stesso.
    "Su, lasciala stare, Spartacus. E' una cucciola come noi e non può farci niente di male!" disse Zell al Draghetto.
    Il grosso Licantropo aveva offerto loro delle strisce di carne essiccata mentre il cucciolo di Volpe accennava ad un cervo morto vicino al lago.
    "Oh siete troppo gentile. Comunque è vero, non ci hai ancora detto il tuo nome. Come ti chiami? E dov'è il tuo Branco?" chiese il Lupetto alzandosi su due zampe e appoggiando quelle anteriori sulle gambe pelose del Licantropo ma senza togliere lo sguardo da Spartacus.
    Chissà come mai sia Vemas che Spartacus ce l'avevano così tanto con gli umani?
     
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    Il draghetto non poté fare a meno di sghignazzare vedendo l'umana rischiare le penne: "Irh!Irh!Irh!" Si mise una zampina sulla bocca, dandosi un leggero contegno. Nessuno lo stava coinvolgendo, e la cosa lo rendeva parecchio felice: voleva che sloggiassero dal suo lago, e non intendeva dar loro ragioni per prolungare la loro presenza lì. Purtroppo, il draghetto rosso venne allontanato dai suoi propositi. Nightrun sbuffò, raspando un po' il terreno con la zampa in segno di disprezzo
     
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    Inizialmente credeva che il drago rosso, di nome Spartacus, fosse solo leggermente irritato dal fatto di essere stato per così dire oggetto di una burla della bambina. Quello che gli fece cambiare idea fu la posa che assunse l'attimo dopo Spartacus. Lo aveva già visto troppe volte una posa del genere per quanto riguardava i suoi stessi simili quando praticavano la caccia sportiva senz'armi, in cui quelli della sua specie si sfidavano a chi portava più prede al villaggio usando solo artigli e zanne. La posa gli ricordò pure la furia delle viverne che attaccarono nell'ultima invasione a cui assistette, stessa rigidità prima di balzare a delle persone innocenti. Quindi quel che successe dopo fu più che altro un riflesso condizionato che un azione ben pensata: non appena assistette anche al tentativo, seppur maldestro, di dissuadere dall' attaccare da parte di Vemas, il volpino, Ygor si fiondò immediatamente nella direzione di Spartacus, Vemas e della ragazzina umana, lasciando cadere i pezzi di carne a terra vicino a Zell. Passò immediatamente alla posizione quadrupede e corse velocemente, da non rendersi conto che era passato sopra il draghetto nero. Prese lo slancio e saltò più in alto che potè, con tutta intenzione di piombare addosso a Spartacus; cosa che gli riuscì, infatti piombò dall'alto atterrando sulla schiena del draghetto rosso, atterrandolo a sua volta, gli bloccò il collo posizionando le braccia gomiti a terra e mani sulla nuca. Non appena fece tutte queste cose gli disse: -Meglio se ti dai una calmata, questa bambina non ti ha fatto nulla di male. Sinceramente, non conoscerò il vostro passato, ma se degli umani vi hanno fatto del male non vuol dire che tutti gli umani siano malvagi. E comunque sia, non mi importa tanto che tu sia cieco negli occhi ma mi importa che tu non lo sia nel cuore. Voglio provare a fidarmi di te, tu invece sforzati di non cercare di essere un duro. Il fatto che ti incavoli per così poco non ti rende migliore di coloro che ti hanno fatto del male, e non puoi pretendere di essere compatito per questo! E non ti dà di certo il diritto di vendicarti con chiunque hai davanti.-. Detto questo si voltò verso Vemas, con tutta intenzione di fare la ramanzina pure a lui: -E tu di certo non aiuti dicendo che vorresti essere dalla sua parte. Non fai altro che istigarlo in questo modo!-.
    Detto questo allentò un poco la pressione sul collo, più che altro per verificare come avrebbe reagito Spartacus.
     
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    No, non avrebbe più riciclato quella domanda, non se in un attimo trasformava le strane creature davanti a te da amichevoli e simpatiche a pronte a saltarti addosso. E anche perché la domanda era stata bellemente ignorata, e questo non le era mai piaciuto.
    Indietreggiò di un paio di passi, quel sogno stava cominciando a diventare un po' troppo reale, anche se la probabilità di trovarsi in quella situazione continuava a convincerla del contrario. La piccola volpe approfittò del nuovo spazio per schizzare tra i due, giusto il tempo per scambiare un paio di parole con la lucertola arrabbiata. Kerry non capì da che parte si sarebbe schierata in caso di un effettivo attacco, ma non le piacerono molto le parole: "Anche io vorrei buttarla a tappeto", non le lasciarono sperare molto.
    Il licantropo fu un po' meno delicato. Saltò direttamente sopra il lucertolone e cominciò a fargli una ramanzia. Povero! Già doveva sopportare tutta la mole (immaginò) non troppo leggera dell'uomo lupo, in più ascoltare quello che Kerry odiava di più in assoluto!? Il sogno era suo, nessuno avrebbe potuto fare del male ai cuccioli del suo sogno! Beh, pare, tranne gli uomini...
    Si riavvicinò al licantropo e cercò a spingerlo via dalla lucertola. Se era poco probabile che riuscisse a spostarlo, le importava poco. Sperò che l'uomo lupo, capito il messaggio, avrebbe poi agito da sé.
     
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