| Tocca a me! Premetto che non ho ancora letto le storie di Tiziel ed Elettra, le leggerò entro il trenta (se riesco).
Intanto, ecco il mio branetto.
Soccorso speleologico
Io e Zarthial eravamo appena atterrati in quel posto. Ci trovavamo in una zona collinare con rocce calcaree ed evidenti fenomeni di carsismo. Il calcare che affiorava dalla rada vegetazione presentava profonde fenditure che sembravano i graffi di un grande drago, lungo le quali l’acqua piovana veniva convogliata in profondità. Diverse doline circolari si alternavano ai rilievi collinari, nelle quali crescevano alcuni pini neri. La primavera era esplosa in tutta la sua magnificenza, colorando la landa carsica con fiori dai più disparati colori; dall’arancio al viola pervinca al rosso sangue all’azzurro cielo. La mattinata era fresca e frizzante che testimoniava delle notti ancora fredde. Il cielo era sereno, un azzurro intenso e secco privo di nuvole. Era la giornata perfetta per esplorare quel nuovo posto. Sul versante ovest della collina più alta si apriva una grotta, grande abbastanza da far passare un drago delle dimensioni del mio amico Zarthial. Appena appoggiai le mie larghe zampe su quel scabroso terreno, inspirai l’aria frizzante profumata di primavera a pieni polmoni e guardai in giro, ansioso di esplorare quel nuovo ambiente. Era molto diverso dal mio habitat dove vivevo, di gran lunga più freddo, molto più montuoso e ricoperto da alberi altissimi secolari. Qui invece, a parte degli sparuti roveri e carpini contorti dal vento e qualche conifera nelle doline, c’erano ben pochi alberi. La vegetazione era composta prevalentemente da cespugli, erba e dai grandi fiori dai vivaci colori. “Fai attenzione a dove metti le zampe Zell. Questo terreno è molto scabroso composto da rocce affioranti taglienti e da buche nascoste dalla vegetazione” mi raccomandò il drago verde. “Certo Zarthial. Lo sai che sono un draghetto prudente” gli risposi iniziando a zampettare nella landa collinosa. Il drago verde, che era come un fratello maggiore per me, mi aveva portato a sud fino a quel luogo dove le ultime colline cedevano poi il posto alla pianura e al mare lontano. Mi misi a curiosare in quel luogo, annusando il terreno e il profumo dei fiori selvatici colorati e sondando il sottosuolo con i miei impulsi elettrici che emanavo dai palmi delle zampe. Percependo il ritorno del segnale rimasi stranito. Il terreno sul quale camminavo non era per niente pieno ed omogeneo ma traforato di cavità sotterranee, molto probabilmente collegate a quella grande grotta che si apriva sulla collina vicino a noi. “Gli impulsi elettrici mi dicono che qui sotto ci sono un sacco di cavità. Questo posto è tutto bucherellato” dissi a Zarthial. “La vedi quella grotta? Da là parte tutto un sistema di cunicoli sotterranei che scendono sottoterra” mi spiegò Zarthial, che evidentemente conosceva già quel posto. “Là dentro ci vive qualche drago?” chiesi contento. Molto probabilmente forse avrei conosciuto un mio simile, magari qualche drago con il quale avrei stretto una nuova amicizia. “No, o almeno non nei tempi recenti. L’ingresso è bello grande ma poi quella caverna si stringe e i cunicoli sono così stretti che ci passa a malapena una volpe” “Oh...che peccato. Pensavo che qui ci vivesse qualcuno” “A parte qualche animale, dubito che qualcuno vada là dentro” disse Zarthial. Ma le sue parole vennero subito smentite e interrotte. “Ehi voi!! Draghi! Aiutatemi!” una voce acuta e cristallina provenne da quella grotta. E subito dopo ne uscì fuori una creatura bipede senza ali né coda né scaglie né pelo. Un umano. Io e Zarthial lo fissammo con lo sguardo. Doveva essere poco più di un cucciolo, vista l’altezza e la voce cristallina. Aveva lunghi capelli biondi, pelle chiara ed occhi azzurro cielo. Era piuttosto alto, magro e longilineo. Se non fosse stato per le orecchie rotonde, Zell lo avrebbe scambiato per un elfo, raramente aveva visto in un umano una bellezza così perfetta. Indossava una casacca verde foglia, dei pantaloni dello stesso colore che lo coprivano fino all’altezza del ginocchio ed era scalzo. Non sembrava offensivo ma sembrava chiedere aiuto, visto che si avvicinava lentamente e con le braccia alzate. “Un umano....” ringhiò il drago verde. “Non sembra offensivo o malvagio.” risposi a Zarthial. Sapevo che il mio amico provava un profondo rancore verso gli umani per quello che gli avevano fatto e da quella volta Zarthial ruggiva minacciosamente ogni volta che vedeva uno di loro. Certo, pure io sapevo che tanti umani avevano ammazzato dei draghi perché li consideravano erroneamente creature malvagie da sterminare. Ne avevo uccisi diversi, che si erano presentati davanti alla mia tana tutti imbacuccati in quei scafandri di ferro e con armi d’acciaio dove i miei fulmini avevano gioco facile. Ma quell’umano, con ancora l’innocenza dell’infanzia e disarmato sembrava del tutto innocuo. Per un breve attimo lessi nei suoi occhi blu cielo i miei occhi gialli da drago. “Vi prego aiutatemi! Mio fratello è caduto in un buco in quella grotta e non riesce più ad uscire.” proseguì il ragazzo avvicinandosi ancora verso di noi. Non sembrava temerci, anzi. Vedeva in noi i suoi salvatori. “Che strano...il villaggio degli umani è molto lontano da questo posto. Perché si sono spinti fino qui quelli della loro razza?” sibilò piano Zarthial. “Dai Zarthial. Non vedi che è poco più di un cucciolo? Non ce l’ha con noi. Vuole solo che lo aiutiamo...” risposi avvicinando il muso a quello del mio amico verde smeraldo. “Ma se lo aiutiamo poi crescerà e ci darà la caccia, a noi o a qualcuno dei nostri simili. E’ già abbastanza grande per maneggiare una spada, se cresce ancora può essere pericoloso.” ringhiò un cocciuto Zarthial. “Vi prego amici draghi. So che tanti umani vi odiano ma io e mio fratello siamo diversi. Rispettiamo la vostra nobile stirpe e ci siamo spinti così lontani dal villaggio per incontrare qualcuno di voi. E ne ho trovato addirittura due. Vi prego...siete robusti, forti e saggi...aiutate a recuperare mio fratello...è il bene più prezioso che ho...” parlò ancora il giovane umano che subito dopo scoppiò il lacrime. Mi commossi. Era la prima volta che vedevo un umano piangere e implorare aiuto. Di solito gli ammazzadraghi erano brutti, avevano sempre il muso duro ed arrabbiato, urlavano cose insensate contro noi draghi e soprattutto puzzavano. Puzzavano sia di sporcizia che di malvagità. Ma quel ragazzo non aveva nessuna delle caratteristiche degli ammazzadraghi. Non me ne intendevo molto di bellezza umana ma quel giovane era davvero un bell’esemplare ma soprattutto aveva un’anima pura, innocente e sincera. Ne ero sicuro. Ad interrompere i miei pensieri furono le mie stesse lacrime che rigarono il mio muso blu. “Ti...ti aiutiamo...mostrami dov’è finito tuo fratello...” dissi, iniziando ad avanzare verso l’umano. “Zell! Rifletti prima di prendere certe decisioni! Può essere una trappola!” mi ammonì Zarthial. Diverse volte il mio fratello maggiore adottivo mi diede degli ammonimenti prima di fare qualcosa o di prendere decisioni affrettate e sapevo che lo faceva per il mio bene e per farmi crescere. Ma non stavolta, stavolta si sbagliava. “Zarthial...so che mi hai insegnato molte cose ma stavolta devo contraddirti...il mio cuore mi dice che devo aiutare quel ragazzo e che non è una trappola.” gli risposi, ferendolo leggermente nel suo orgoglio di drago maschio adulto. Lo sentii borbottare sommessamente ma lo lascai perdere. Volsi nuovamente l’attenzione verso il ragazzo biondo. “Oh grazie grazie. Sapevo che voi draghi siete buoni, gentili e generosi. Come ti chiami, bel drago blu?” “Io mi chiamo Zell. E tu, giovane umano dall’animo puro?” “Io mi chiamo Evanx.” si presentò il ragazzo. “E lui invece è Zarthy....è come un fratello maggiore per me...” “Non chiamarmi Zarthy! Io mi chiamo Zarthial!” borbottò ancora il drago verde. “E’ un po’ burbero ed orgoglioso ma è buono e gentile, non ti farà alcun male” strizzai d’occhio ad Evanx che si rilassò e rise per la reazione del mio amico verde. “Vieni Zell, mio fratello dev’essere salvato!” “Oh sì certo. Andiamo!” Seguii il ragazzo biondo dentro la caverna ed appena vi misi le zampe, rimasi affascinato dalla bellezza. Era completamente ricoperta di concrezioni calcaree: Stalattiti, stalagmiti, cortine, colonne e tante altre concrezioni di varie forme e dimensioni tappezzavano il pavimento, la volta e le pareti della grotta. Il ragazzo si muoveva agilmente tra le stalagmiti sguazzando in varie vaschette d’acqua fresca e zampillante mentre io dovevo fare più attenzione a non buttare giù quelle bellissime sculture di roccia che erano fitte come gli abeti in un bosco. Evanx si fermò sul bordo di quella che da lontano sembrava una pozza d’acqua come le altre ma che da vicino poi si mostrò essere ben altro. Era un buco che si apriva nel pavimento della grotta, dal quale provenne una voce molto simile a quella di Evanx. “Indovina chi è venuto ad aiutarci!” urlò Evanx verso il basso. “Le guardie del villaggio?” rispose il fratello dal fondo. “No, due draghi molto gentili. Zell e Zarthy...cioè Zarthial. Tra poco sarai fuori di lì” In quel momento notai che Zarthial entrò nella grotta in modo più rude, buttando giù alcune stalagmiti che io avevo accuratamente evitato. “Davvero due draghi? I nostri sogni si sono avverati. Voglio vederli ma prima tiratemi fuori da qui.” “Come va il tuo piede?” gli chiese Evanx. “Se lo muovo mi fa malissimo” disse il ragazzo sul fondo della voragine. Evanx mi fece segno di avanzare e appena raggiunsi il bordo dell’apertura guardai dentro. La voragine non era tanto profonda e la luce esterna riusciva ancora ad arrivare, sufficiente per illuminare il fratello di Evanx. O meglio, il fratello gemello. Era perfettamente identico ad Evanx. Stessi capelli lunghi e biondi, stessa corporatura, stessa pelle chiara e addirittura stessi abiti. L’unica differenza, che riuscivo a notare anche dall’alto, erano gli occhi. Se quelli di Evanx erano blu intenso quelli del gemello erano di un bel marrone ramato. “Resisti...ti tirerò fuori da lì” lo rassicurai. “Per fortuna abbiamo portato una corda con noi ma Eldrick non riesce ad arrampicarsi, si dev’essere rotto una caviglia nella caduta. Pensavamo che fosse una polla d’acqua come tutte le altre e invece era una voragine.” disse Evanx menzionando il nome di suo fratello gemello. Notai la corda che era stata legata con estrema cura alla base di una robusta stalagmite ma per quanto avesse tentato, non era riuscito a tirare fuori il gemello. “Slega la corda dalla stalagmite e legala attorno alla mia zampa” e porsi la mia zampa anteriore sinistra artigliata, stando attento a non graffiare Evanx. Il ragazzo slegò velocemente la corda dalla stalagmite e la avvolse sul mio polso, contemplando affascinato la mia mano scagliosa blu a sei dita. “Non ho mai visto un drago con sei dita per zampa” disse il ragazzo mentre assicurava la corda un bel nodo robusto. “Nemmeno io, è una mia caratteristica!” risposi sorridendogli e lasciando cadere il resto della lunga corda dentro la buca dove si trovava il ragazzo. “Eldrick! Legati bene la corda attorno alla vita e quando sei pronto fai un segnale!” disse il ragazzo suo gemello. La sua voce cristallina riecheggiò nella grotta. Assicurandomi con le altre tre zampe sul pavimento della grotta stringendo le dita, infilai il muso nell’apertura e guardai il gemello di Evanx che si legava la corda. Appena vide il mio muso blu con gli occhi gialli scintillanti, il ragazzo mi sorrise e mi salutò sventolando la sua delicata mano a cinque dita. “Grazie per quello che stai facendo, io ed Evanx ti saremo riconoscenti a vita!” “Mio dovere di drago dare una zampa a chi ne ha bisogno, a prescindere da che razza appartenga” fu la mia risposta. “Sei davvero un drago saggio. Bene, ho fatto un nodo robustissimo. Puoi tirarmi su!” Con movimenti lenti e delicati iniziai a tirare la corda verso l’alto stando attento a non farla grattare contro i bordi taglienti della buca afferrando con estrema cura la corda ed avvolgendola attorno alla mia zampa man mano che la tiravo verso l’alto. Infine il ragazzo biondo uscì dalla buca sotto lo sguardo attento di due draghi e del suo fratello gemello e con estrema delicatezza lo adagiai su un punto sicuro, ben lontano dalla voragine nella quale era caduto. Evanx lo abbracciò, gli afferrò il piede destro e gli controllò la caviglia gonfia. “Ti fa tanto male?” gli chiese Evanx. “Sì, non ce la faccio proprio a camminare. Temo di essermi preso una bella storta.” “Oh fratello...” il ragazzo biondo constatò con paura che oltre alla caviglia gonfia, Eldrick si era sbucciato entrambe le ginocchia ed aveva numerosi graffi sanguinanti su braccia e gambe. Non erano profondi però erano molto fastidiosi per lui. “Meglio una caviglia storta di una testa rotta. Poteva andarmi anche peggio!” disse Eldrick accarezzando i capelli biondi del gemello. “Non sono un curatore e non mi intendo di anatomia di voi umani ma posso comunque fare qualcosa per alleviare il tuo dolore.” dissi, avvicinandomi al ragazzo ferito. “Se puoi fare qualcosa, gentile drago blu, te ne sarei molto grato” disse Eldrick. “Chiamami Zell” “E io sono Zarthial” finalmente il mio amico verde intervenne dopo tanto silenzio. “Molto onorato di conoscervi, grandi draghi” Eldrick mi porse la caviglia storta ed io avvicinai la mia zampa anteriore destra. Ero un drago del fulmine, il mio elemento principale era l’elettricità che scoccava tra le nuvole durante i temporale ma dentro di me avevo anche i poteri del caldo fuoco, del freddo ghiaccio e dell’ eterna terra. Chiusi gli occhi e mi concentrai richiamando il potere di questi ultimi due elementi. Il potere curativo verde della terra e il tocco freddo del ghiaccio che lenisce le ferite calde e pulsanti. Tra la mia zampa e il piede del ragazzo si accese una luce di colore azzurro-verde chiaro che illuminò l’intorno, i gemelli rimasero in silenzio per lasciarmi concentrato. Tenendo gli occhi chiusi e lasciandomi guidare dall’energia dei due elementi, passai la zampa sulla sua caviglia martoriata, per poi andare a curargli tutti i graffi che si rimarginarono e smisero di fargli male. “Purtroppo non posso rinsaldare la tua caviglia storta, devi attendere che si assesti da sola ma almeno ti ho alleviato il dolore. Va meglio?” gli chiesi dopo aver finito e riaperto gli occhi. “Sì molto meglio, grazie ancora, Zell!” Eldrick mi accarezzò il muso, grattandomi le scaglie e facendomi fare delle leggere fusa. “Io credevo che i draghi soffiassero solo fuoco. Cos’era quell’abilità?” mi chiese l’altro gemello. “Un potere congiunto dagli elementi terra e ghiaccio. Ma il mio elemento principale è l’elettricità. Il fuoco lo padroneggia lui.” risposi indicando Zarthial. “Zell...scusa se ho dubitato di te prima. Il tuo cuore aveva ragione. Stavolta il mio essere adulto mi ha offuscato la vista mentre il tuo istinto da cucciolo ha prevalso e vinto. Sono fiero di te!” si complimentò Zarthial. Era una delle rare volte in cui quell’orgoglioso drago verde ammetteva di aver sbagliato e di complimentarsi giustamente con me. E gli dimostrai di avere imparato molto da lui. “Non devi scusarti, amico mio. Ti conosco troppo bene, è normale che eri un po’ diffidente.” “Comunque sia, ora devo fare pure io la mia parte. Prendete la vostra corda e assicuratevi sulla mia schiena. Vi porteremo al vostro villaggio. Anche se volesse, Zell ha la cresta dorsale troppo fitta e acuminata per portarvi in groppa.” si offrì il drago verde. Gli occhi dei ragazzi parvero illuminarsi, alle parole del drago verde. “Oh grazie grazie infinite. Non sappiamo come ricambiare il vostro prezioso aiuto, Zell e Zarthial.” dissero i gemelli. “Non serve che facciate nulla per ricambiare. Il vostro amore e il vostro rispetto verso noi draghi è più che sufficiente.” furono le mie parole. Zarthial si accucciò, distendendosi più in basso che poteva, in modo da permettere ad Eldrick di salire sulla sua groppa senza fare troppi sforzi. Evanx aiutò il fratello a camminare fino alla zampa del drago verde e da lì, con estrema delicatezza fino alla sua groppa, prendendo posto nell’incavo tra due spuntoni marroni della cresta dorsale alla base del collo, dove i due ragazzi si legarono assicurandosi alla cresta dorsale di Zarthial. “Legatevi bene, per fare più veloce voleremo e non vorrei farvi cadere.” ribadì il drago verde voltando il muso verso i due ragazzi. “Certo Zarthial. Non dubitare delle nostre capacità di fare bene i nodi” Il drago verde annuì, si alzò e iniziò a zampettare verso l’uscita della grotta, stavolta senza demolire altre stalagmiti. Dietro di lui, io lo seguivo cercando di afferrare delicatamente con le fauci la punta della sua coda dondolante. La luce del sole ci investì quando fummo di nuovo fuori dalla caverna e il profumo di fiori selvatici tornò a stuzzicare le nostre radici. “Zarthial, Zell!” ci chiamò Eldrick. “Sì Eldrick?” “Dopo che sarò guarito ci rivedremo? Siete nostri amici, i primi veri Amici, con la A maiuscola” fu la richiesta del ragazzo. Io e Zarthial ci scambiammo una veloce occhiata. “Io e Zell non viviamo qui, veniamo dalle alte montagne che si trovano a nord. Ma non è un problema venire giù di tanto in tanto. Ve lo promettiamo. Voi siete i primi umani che ci dedicano così tanto rispetto ed amicizia” rispose il drago verde. La risposta dei gemelli stavolta non fu un ringraziamento a parole ma a sentimenti, con lacrime di gioia e di carezze. Zarthial si inerpicò su per il versante della collina più alta fino a raggiungerne la cima prativa piena di fiori. Da lassù si godeva di una vista mozzafiato tutto attorno. Le colline si alzavano dolci tutto attorno e in lontananza potevo scorgere le montagne dove vivevo, che si stagliavano azzurrine a nord. Il vento che soffiava accarezzava gentilmente le nostre scaglie e i capelli biondi e lunghi dei gemelli. “Dove si trova il vostro villaggio?” chiese Zarthial. “Verso est, poco oltre quella collina con un pendio ripido” disse Evanx indicando ad oriente una collina distante che sembrava spaccata a metà. Da un lato scendeva dolce come tutte le colline attorno mentre dall’altro era interrotta da un versante quasi verticale, irto come i monti dove dimoravo. “Bene, reggetevi che ora si vola!!” ruggì orgoglioso Zarthial spalancando le sue grandi ali smeraldine. Il mio fratellone adottivo si piegò sulle zampe posteriori, si diede una decisa spinta e si alzò nel cielo azzurro con potenti colpi di ala. I capelli dei ragazzi parvero muoversi di vita propria a causa delle folate di vento. Il mio decollo seguì di pochi secondi quello di Zarthial e lo raggiunsi, volando a pari. I miei occhi gialli e quelli azzurri di Zarthial si incrociarono e tramite il nostro dialogo visivo decidemmo di far impressionare ancora di più i gemelli umani. All’unisono inspirammo a pieni polmoni l’aria pulita e quando i nostri polmoni furono pieni, soffiammo con gran energia. L’elettricità statica mi stuzzicò il palato quando un lungo fulmine azzurro partì dalle mie fauci ed andò ad incrociare il caldo flusso di fiamme arancioni soffiato da Zarthial. Elettricità e fuoco si fusero assieme in un bellissimo gioco di luci e colori. I gemelli esultarono e rimasero affascinati da quello spettacolo. L’aria intorno sapeva di fumo e di ozono. La collina tagliata si avvicinava sempre di più. Zarthial volava a velocità sostenuta per portare i ragazzi a casa il prima possibile ma comunque non troppo elevata. Non mancava molto alla loro destinazione. “Zarthial...ma tu e Zell....” parlò Evanx. “Sì, Evanx?’” “Vi vedo così uniti e felici assieme. Siete compagni?” chiese il ragazzo. “Compagni? O no! Per Zell io sono come un fratello maggiore e un migliore amico ma non siamo compagni. Io ho già la mia dragonessa. Zell ha un orientamento diverso dal mio e spero che anche lui un giorno trovi la sua anima gemella...vero Zell?” Il mio muso blu elettrico divenne leggermente purpureo e risposi annuendo e sorridendo, facendo intravedere i miei denti bianchi. La collina tagliata era ormai quasi a portata di soffio elettrico. “Puoi scendere sulla destra della collina, lì vicino passa la strada maestra che conduce al villaggio. Da lì possiamo camminare e trovare un passaggio fino al villaggio. E’ meglio che gli abitanti non vi vedano” disse Eldrick. “Ma hai la caviglia storta...” constatai preoccupato. “Ce la caveremo, Evanx mi può accompagnare e appena ci vedranno gli abitanti ci aiuteranno. Ci conoscono tutti. E’ meglio per voi, non vorrei che vi portiate addosso delle scomode frecce” rispose il ragazzo. Zarthial, con molta delicatezza, iniziò le manovre di discesa disegnando nel cielo azzurro ampi cerchi, perdendo quota molto lentamente e a velocità moderata. Le nostre zampe si posarono su un prato di erba verdissima con pochi alberi, poco distante dalla strada maestra in terra battuta. In quel momento non stava transitando nessuno. I gemelli si slegarono, poi Evanx aiutò il fratello a scendere dalla groppa di Zarthial. Grazie alla mia premurosa cura, il ragazzo soffriva molto meno e i graffi ora erano solo delle leggere cicatrici. Inoltre, il fatto di averli riportati così velocemente al villaggio, faceva sembrare che l’incidente fosse avvenuto molto più vicino alla loro casa. Prima di lasciarci, i gemelli ci abbracciarono con tutta la loro amicizia, contenti di avere realizzato il più grande sogno della loro vita cioè stringere amicizia con le creature dotate di scaglie, artigli, soffio elementale. E di immensa saggezza e profonda amicizia: i draghi. E i quattro amici si fecero una grande promessa, di realizzare un sogno comune che condividevano tutti assieme. Un giorno, non molto lontano, draghi ed umani torneranno ad essere amici e gli ammazzadraghi saranno solo un lontano ricordo. Dopo essersi lasciati, i gemelli incrociarono il fabbro che aveva la bottega vicino la loro casa e li aiutarono a rincasare. Eldrick disse ai suoi genitori che era finito in una buca e si era storto la caviglia, sorvolando sul fatto che era successo molto lontano dal villaggio e di essere stato aiutato da due draghi bellissimi. Ma forse un giorno avrebbe rivelato tutta la verità. Zarthial e Zell tornarono sulle loro alte montagne ricoperte da vasti boschi di conifere con nel cuore un bel pensiero. Avevano stretto amicizia con due umani, la razza che consideravano rivale e minacciosa ma forse un giorno le due razze potrebbero tornare unite. I loro cuori lo dicevano. |
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