In fuga.

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    "Parlato"
    *Pensato*
    Narrato

    Scheda Abrade

    Abrade era in viaggio da un giorno, ma doveva ammetterlo, quel posto faceva davvero schifo.
    Si era lasciato alle spalle le montagne e avventurato verso quello che doveva essere il deserto, aveva sentito che era una gigantesca distesa di sabbia con qualche ostinata pianta e costantemente inondata dal sole, non potevano essere stati più accurati. Vedeva sabbia in quasi tutte le direzioni e nonostante il sole non fosse un grosso fastidio iniziava ad odiarlo quando lo accecava... Almeno ora che era notte non era costantemente ad ingiuriare la palla di fuoco che stava nel cielo. In effetti non era stata una brillante idea andare nel luogo più luminoso che poteva pensare dopo aver passato 8 anni nel sottosuolo e aver provato l'abbraccio del sole solo dalle poche fessure nella grotta. Come non era stata una brillante idea bruciare suo padre come se fosse un ramoscello, nonostante stesse aggredendo sua madre non voleva ucciderlo, ma era stato un idiota, lui non poteva toccare nessuno e lo sapeva... Era per quel motivo che si trovava al di sotto di milioni di tonnellate di roccia e doveva ringraziare sua madre per non essere finito direttamente sotto terra, o in pasto ai pesci.

    "Ed è così che la ripago... Uccidendo il suo compagno e fuggendo da assassino... Urgh POTESSI MI DAREI FUOCO"

    Urlò al cielo spalancando le fauci ed eruttando una impressionante fiammata che illuminò la notte e il terreno sotto di lui, se si ricordava bene le mappe che aveva studiato con alcuni dei militanti degli "Artigli" se seguiva il deserto verso Nord (e sperando di non essersi disorientato nel suo costante inveire contro il luminoso corpo celeste) si sarebbe imbattuto in un fiume, un fiume voleva dire acqua e possibilmente selvaggina che con la copertura della notte si sarebbe avventurata fuori dalla vegetazione e verso la fonte d'acqua... Sperando che tutta la teoria che aveva imparato fosse veritiera. Senza più niente di cui lamentarsi la sua mente quasi si spense, lasciando che i rumori della notte lo guidassero... Ed eccolo, dopo almeno un ora ancora di volo riusciva a vederlo, o almeno a vedere il riflesso della luna sul fiume.
    Sbattendo le grandi ali con più foga e con movimenti troppo inesperti per un Ali di Cielo si fiondò a modo suo verso lo specchio d'acqua... Ovviamente in una grotta non poteva imparare a volare decentemente, quindi l'atterraggio si rivelò più arduo e rovinoso del previsto. Il drago atterrò con le zampe anteriori senza frenare abbastanza e l'inerzia lo fece finire muso a terra. Dopo uno scivolone di qualche metro Abrade si rialzò guardandosi intorno, ovviamente la povera erbetta dove si era mosso era già carbonizzata, scosse la testa e si avvicinò allo specchio d'acqua affondando il muso in essa e bevendo come se non lo facesse da un mese, ovviamente senza prestare troppa attenzione a quello che aveva intorno.

    Zona dove si trova Abrade:
     
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    Legenda:
    Narrato┋Pensato<< Parlato >>


    >Scheda Kudu

    Le strade di Possibility erano come di consueto gremite di Ali di Sabbia e Ali di Cielo, con l'aggiunta di qualche Ala di Fango qui e lì in più rispetto a quando era un cucciolo che scorrazzava tra i bazar e le bancarelle dell'insediamento. Kudu si era preso tutto il tempo del mondo semplicemente per girovagare per le vie, immerso nei ricordi della sua infanzia, osservando cosa fosse stato ricostruito dolorosamente simile a come fosse prima dell'attacco degli Ali di Ghiaccio che gli portò via la famiglia.
    Solo quando il sole stava già tramontando sbrigò le faccende per cui si era inizialmente recato lì. Acquistò tre nuovi veli color corallo, per muso, spalle e coda, e un paio di nuovi fermagli raffiguranti scarabei di smeraldo con dettagli d'oro. Ripose il tutto con attenzione in una sacca che portava sotto l'ala sinistra e dopo aver scambiato ancora qualche parola con l'Ala di Sabbia negoziante si allontanò in direzione del Regno del Cielo.
    Quel giorno non indossava veli sulle ali, ne portava solo di bianchi e oro che coprivano il muso, il collo, spalle e petto, ma scelse comunque di non volare. Camminò invece lungo il fiume e dopo aver salutato con un cortese cenno del capo le guardie Ali di Cielo si lasciò Possibility alle spalle.
    Dopo aver percorso una discreta distanza a piedi, godendosi la sensazione della sabbia tra le dita dopo tutto il tempo passato tra le rocce del Regno del Cielo o i diversi terreni dei nascondigli degli Artigli della Pace, spiccò finalmente il volo ma anziché dirigersi a nord verso le montagne e il Palazzo della Regina Scarlet si diresse prima verso sud, intento a godersi qualche attimo di libertà in più prima di tornare tra quelle terribili mura a cercar di carpire qualcosa di interessante per gli Artigli della Pace tra un commento dell'ultimo massacro avvenuto nell'arena e l'altro.
    Continuò a risalire il fiume finché non trovò una zona in cui le sponde erano ricoperte da timida vegetazione e poco distante qualche albero forniva un minimo di copertura da occhi indiscreti di passaggio. Il sole era ormai tramontato quando Kudu atterrò in una radura poco distante dalla sponda est del fiume e si distese facendo attenzione a non sporcare eccessivamente i veli.
    Non faceva niente di particolare, si limitava a rilassarsi osservando le stelle e canticchiando quando dei potenti battiti d'ala lo zittirono all'istante.
    Dal rumore sembra.....un Ala di Cielo, direi. constatò, rizzando le sensibili orecchie tipiche della sua tribù.
    Dopo aver constatato che stava volando proprio nella sua direzione Kudu si alzò e sgattaiolò tra gli alberi, intento a non farsi sorprendere da qualsiasi drago prima di essere sicuro di non correre alcun pericolo a mostrarsi.
    Che io sappia non ci dovrebbero essere pattuglie di Scarlet in questa zona a quest'ora, poi sembra da solo. La cosa non mi convince.
    La sua coda doveva ancora sparire tra gli alberi quando l'Ala di Sabbia sentì un tonfo alle sue spalle e si voltò giusto in tempo per vedere l'Ala di Cielo sconosciuto ruzzolare sulla sponda opposta per qualche metro per poi precipitarsi a bere.
    Deve essere davvero assetato, se non si è nemmeno preoccupato di atterrare decentemente. pensò mentre lo fissava, scordandosi di finire di nascondersi.
    Mentre osservava l'altro drago, che non sembrava averlo assolutamente notato, l'occhio di Kudu cadde sulla vegetazione ai piedi dello sconosciuto. L'erba era morta, come bruciata istantaneamente. La bruciatura era troppo circoscritta per essere opera del sole cocente o della fiammata di un drago.
    Quell'Ala di Cielo doveva avere troppo fuoco.
    Il drago del deserto sbarrò gli occhi, sorpreso. Conosceva ben due draghi affetti dalla patologia, ma nessuno dei due era abbastanza libero per trovarsi lì in quel momento.
    Se nessuno dei due è scappato dalla sua prigione ci sono decisamente più draghi con le scaglie di fuoco di quanto immaginassi, per essere draghi che vengono uccisi alla nascita. pensò amaramente, bloccando i muscoli del muso poco prima che potessero tradire l'orrore che l'uccidere draghetti appena usciti dal guscio gli suscitava. Non poteva essere una buona spia se lasciava le emozioni libere di trasparire sul suo muso.
    Purtroppo non aveva una vista notturna abbastanza buona per poter distinguere i colori del drago sconosciuto alla pallida luce delle lune, né l'aria faceva nulla per portargli l'odore alle narici.
    La mia solita fortuna.
    Decise che la cosa migliore da fare era scoprire chi fosse quel drago, nonostante l'unico modo per farlo fosse uscire dagli alberi e rivolgergli la parola. Se c'era un terzo drago capace di uccidere un suo simile semplicemente toccandolo era suo dovere cercare di capire a che fazione appartenesse. E aveva abbastanza confidenza nelle sue doti da spia per non rischiare la vita, non subito per lo meno.
    Uscì dalla vegetazione con la sua solita camminata leggiadra e disinvolta, portandosi dignitosamente sulla sponda del fiume. Ora Kudu stava in piedi, sulla sua sponda del fiume, proprio davanti all'Ala di Cielo.
    << Ti porgo i miei saluti. >> gli disse, dopo aver richiamato l'attenzione con un colpo di tosse accennato ed abbozzando un mezzo inchino piegando il collo e piagandosi sulle zampe anteriori.
    << Qual buon vento ti porta da queste parti, se posso chiedere? >> continuò, facendo attenzione di mantenere un tono ed un linguaggio del corpo il più possibile rispettoso e cordiale.

    Eccomi!
    Ero molto tentata di far parlare Kudu dando del voi, ma sinceramente non avendo letto i libri in italiano non so se venga effettivamente usato nei libri (con le regine magari) quindi ho lasciato perdere XD
     
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    L'Ali di Cielo alzò la testa dal corso d'acqua inspirando profondamente l'aria notturna, il mondo esterno era così diverso da come lo aveva immaginato e faticava a mantenere la calma come gli era stato insegnato, voleva solo lanciarsi in aria e volare fino a farsi cadere le ali, voleva cacciare e visitare tutti quei luoghi che gli erano stati preclusi... Però non poteva, doveva fare attenzione... Se si fosse avvicinato troppo alle foreste avrebbe sicuramente scatenato degli incendi, se avesse anche solo sfiorato un altro drago gli avrebbe procurato bruciature e dolore e questo lo avrebbe reso ancora più odiato di quanto già lo era.

    *Forse dovrei tornare indietro... Madre potrebbe capire... Ma gli artigli*

    Un forte colpo di tosse lo riportò al mondo reale, di fronte a lui era apparso un altro drago che gli si era rivolto in un modo decisamente cordiale... Abrade non rispose subito ma si affrettò a richiudere le ali sul corpo e a sedersi arrotolando la coda attorno alle zampe anteriori in modo da farsi il più piccolo possibile e per evitare che un suo qualsiasi movimento potesse sembrare sospetto. Si concesse quindi di staccare gli occhi dal muso del drago che aveva di fronte per osservarlo nella sua interezza, aveva visto un paio di draghi come lui, era un Ali di Sabbia, la minacciosa coda non poteva passare inosservata, la luce delle lune purtroppo non aiutava molto la sia vista e non riusciva a distinguere altro del suo interlocutore. Decise quindi di comportarsi come gli avevano insegnato, chinò la testa senza però avanzare di un centimetro.

    "Saluti, drago"

    Disse rialzando poi la testa per tornare a guardarlo dritto in volto, cosa poteva rispondere alla sua domanda? Che non erano affari suoi? In effetti chi era quel drago per fargli certe domande? Forse però era una guardia di un accampamento vicino e quindi era un suo inderogabile diritto fargli certe domande, era in una situazione decisamente poco favorevole.

    "Sono solo di passaggio, mi sono solo fermato a bere... Se questo è territorio di qualcuno me ne vado sub... Subito..."

    Balbettò le ultime parole perché aveva notato qualcosa, qualcosa di davvero singolare che si chiedeva come non aveva fatto a notare prima. Il drago di fronte a lui portava dei veli uno dei quali gli copriva il muso, era così concentrato nel farsi piccolo e cercare di risultare il meno pericoloso possibile che proprio non ci aveva fatto caso. E lui conosceva un drago che portava quei veli, anche se forse "conoscere" era una esagerazione, avrà passato con lui al massimo qualche ora nel paio di volte che era venuto a controllarlo per fare rapporto agli Artigli della Pace. Ricordava anche il suo nome ma non aveva il coraggio di dirlo, avevano già mandato qualcuno a prenderlo? Avevano già scoperto tutto e volevano di nuovo rinchiuderlo o peggio... Ucciderlo?
    Abrade cercò di non sembrare nervoso anche se tutto il suo corpo gli urlava di spiccare il volo e volare il più velocemente e lontano possibile da quel posto, aveva la testa sempre rivolta verso il drago ma gli occhi azzurri si guardavano intorno per trovare una possibile via di fuga, una via che non implicasse lanciarsi in una macchia di alberi e scatenare un incendio o il combattere con un drago possibilmente dieci volte più esperto di lui.
     
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    L'Ala di Cielo, dopo essersi seduto ed aver arrotolato la coda attorno alle zampe per non sembrare aggressivo, rispose che era solo di passaggio. Un dettaglio però nella risposta dell'altro drago aveva incuriosito notevolmente Kudu: il drago sconosciuto infatti sembrò distrarsi per un momento mentre rispondeva, come se stesse improvvisamente pensando ad altro.
    L'Ala di Sabbia lo imitò, sedendosi a sua volta arrotolando anche lui con grazia la coda attorno alle zampe. La punta della sua coda era arricciata su sé stessa, in modo da coprire il pungiglione ed apparire ancora più inoffensivo.
    Sta decisamente nascondendo qualcosa...e sta pianificando come fuggire da me. rifletté, notando nonostante l'oscurità come gli occhi chiari dello sconosciuto guizzavano in cerca di una via di fuga nonostante il resto del corpo rimanesse immobile con il muso ancora rivolto verso di lui, probabilmente per nascondere del nervosismo.
    Se vuole solo scappare senza prima darmi fuoco mi starebbe anche bene, ma cosa lo ha messo in allarme? L'avermi incontrato qui forse? Non credo che abbia paura di draghi sconosciuti in generale dato che all'inizio sembrava tutto sommato tranquillo...deve essere qualcosa che ha notato dopo. Che mi conosca?
    Quando aveva aperto bocca, Kudu aveva subito notato che fosse un maschio. Ciò eliminava l'eventualità che fosse Peril, la campionessa dell'Arena di Scarlet, che aveva incrociato più di una volta a palazzo e da cui si era tenuto a debita distanza. Se aveva davvero reagito così perché lo conosceva l'unico rimasto era quel poveraccio che gli Artigli della Pace tenevano rinchiuso in una montagna e a cui aveva fatto visita giusto un paio di volte.
    << Oh no, tranquillo. A parte essere un pezzo del Regno del Cielo, per lo meno qua dove sono seduto io, questo territorio non è di nessuno in particolare. E' solo un posto tranquillo in cui vengo a rilassarmi. Hai viaggiato nel deserto tutto il giorno per caso? Devi essere esausto oltre che assetato, riposa pure quanto vuoi. >> gli rispose, mettendo nelle sue parole tutto il calore, l'accoglienza e la cordialità che aveva imparato a fingere negli anni. Allungò una zampa, con un gesto lento e ben misurato, per invitarlo a sdraiarsi e rilassarsi.
    Non voleva di certo che quel drago se ne andasse prima di essere certo della sua identità, dato che per quanto fosse improbabile non se la sentiva ancora di escludere del tutto che potesse essere un terzo Ala di Cielo dalle scaglie di fuoco, magari impaurito dagli Ali di Sabbia o qualcosa del genere.
    Come si chiamava già quel drago? Abrade? Mi pare fosse un nome del genere, se non erro. Chiamarlo per nome sarebbe un ottimo modo per capire subito la sua identità, ma anche un modo altrettanto ottimo per metterlo ancora di più in allarme e potenzialmente finire in cenere. Meglio aspettare ancora un po'.

    Il mio post è un po' meh ma vabbeh D:
     
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    Abrade non riusciva a non continuare a far saettare gli occhi da una parte all'altra, cercando la via di fuga più sicura per lui e per l'ambiente che aveva intorno, non voleva di certo attaccare il drago che aveva davanti, non gli aveva fatto nulla di male e anzi, sia in quel momento sia nei momenti che lo aveva visto nella sua "prigione" lui era sempre stato cordiale e affabile. Forse era tutta una maschera perché, da quello che sapeva, lui era uno dei draghi più pericolosi di tutta Pyrrhia ma non gli aveva mai dato motivo di dubitare di lui... Anche in quel momento sembrava calmo e gentile, Abrade fu davvero tentato dal suo consiglio di sdraiarsi e riposare... Ma appena srotolò la coda da davanti alle zampe e mosse un passo verso la zolla d'erba accanto a lui posò la zampa sinistra accanto ad un bellissimo fiore di campo giallo, che osservò prima di tutto avvizzire per poi annerirsi fino a diventare cenere, come era tutta l'erba accanto a lui. Una distesa di erba e braci.
    Il drago si ritirò di scatto inorridito dal proprio potere, riuscì a trattenere un conato di vomito solo grazie alla forza di volontà. Voltò di nuovo la testa verso l'ali di sabbia.

    "Non posso permettermelo... "

    Disse decisamente amareggiato con una nota di disprezzo nella voce, che era diretta verso lui stesso. Non sapeva cosa fare, si definiva un drago intelligente ma solo l'incontrare un altro suo simile al di fuori di quella che era sempre stata la sua casa, il suo mondo, lo stava facendo andare nel panico. E l'ultima volta che era successo era fuggito dopo aver ucciso suo padre.
    Abrade inspirò profondamente, trattenendo per qualche secondo il respiro ed espirò in modo così violento che una fiammella balenò fuori dalla sua bocca.

    "Io..."

    Iniziò per poi fermarsi, davvero non sapeva cosa dire. Le poche interazioni sociali che aveva avuto al di fuori di quelle con sua madre poi non lo aiutavano. Scosse violentemente la testa come per scacciare via i pensieri e alzò di nuovo la testa per piantare i suoi occhi in quelli neri del drago che aveva di fronte.

    "Sei Kudu... Vero? Sono Abrade... Io ho... Sono andato via. Non posso tornare indietro, non posso..."

    Balbettò distogliendo gli occhi da quelli dell'ali di sabbia, non avrebbe mai retto una gara di sguardi e odiava essere giudicato ma non poteva farci niente, non voleva fuggire perché avrebbe rischiato di fare male ad altri draghi se avesse continuato a vagare senza una meta sicura e non voleva neanche rischiare di appiccare incendi perché si era fatto prendere dal panico. Doveva star fermo, forse quel drago lo avrebbe capito oppure gli avrebbe dato una soluzione al suo problema, anche se non era riuscito a dirgli di aver ucciso un altro drago.

    Edited by -Cosmos- - 27/5/2019, 19:44
     
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    L'Ala di Sabbia studiava ogni espressione e atteggiamento dell'Ala di Cielo, com'era sua abitudine fare per via del suo lavoro, per questo non poté fare a meno di notare come l'altro drago sembrasse terrorizzato dal suo stesso potere quando un fiore di campo giallo subì la stessa sorte del resto dell'erba. L'espressione di Kudu non mutò ma internamente cominciò a chiedersi quale fosse realmente il destino peggiore per i draghi con le scaglie di fuoco: se sopravvivere per essere usati come armi o trattati come mostri che devono aver paura delle proprie zampe o morire appena usciti dall'uovo.
    Quando l'Ala di Cielo gli rispose, Kudu fece del suo meglio per continuare a respirare anziché trattenere il fiato. Se non poteva tenerlo lì buono con le sue doti oratorie poteva solo sperare che quel drago non lo uccidesse prima di fuggire.
    Ma l'altro non fuggì né lo attaccò, anzi continuò a parlare e le sue parole confermarono i sospetti di Kudu.
    Davanti a lui c'era Abrade. E anche lui lo aveva riconosciuto.
    Il fatto che quel drago fosse Abrade nono rassicurava affatto Kudu, anzi. Provando a mettersi nelle zampe dell'Ala di Cielo fuggiasco, lasciare testimoni che potevano andare a riferire al resto degli Artigli di averlo avvistato e dove fosse diretto non era una scelta saggia.
    Ma su questo l'Ala di Sabbia poteva lavorarci su.
    << Avevo il sospetto che fossi tu, ma con questa scarsa luce non ne ero sicuro del tutto e, beh, non si è mai troppo cauti di questi tempi. >> gli rispose, portando le zampe anteriori alle corna e sganciando il velo dagli anelli che lo sorreggevano. Il suo tono si era fatto lievemente più freddo, ma non quanto quello che usava con il resto degli Artigli della Pace. Non c'era motivo di tnere ancora una maschera così finta con lui, ma non voleva nemmeno rischiare di risultare ostile.
    Piegò con cura il velo prima di riporlo nella sacca assieme a quelli acquistati nel pomeriggio, poi cominciò a lavorare per togliersi anche il resto dei veli da collo, spalle e petto mentre continuava a parlare. << Capisco che tu non voglia tornare indietro e credimi sono contento che tu sia finalmente riuscito a scappare, ma... >> alzò gli occhi, smettendo momentaneamente di armeggiare con una spilla, e cercò quelli azzurri di Abrade << Il Regno della Sabbia non è clemente con giovani draghi che non sono mai usciti prima d'ora da un buco in una montagna. Anche se non ti senti stanco adesso lo sarai ben presto, se voli sotto il sole del deserto senza una meta precisa, senza conoscere la posizione delle oasi e dovendo guardarti costantemente le spalle dal resto di Phyra. E il Regno del Cielo è anche peggio, per te. >>
    D'altronde ho sentito che Peril può passare tra le fiamme senza subire danni, Scarlet non ci penserebbe due volte ad usarla per mettere le zampe su di un secondo drago con le scaglie di fuoco. rifletté, decidendo di tenere quel dettaglio per sé almeno per il momento. Aveva il timore che affrontando l'argomento Peril nel modo sbagliato potesse invogliare Abrade a cercarla per avere un suo simile con cui confidarsi, invece di starne alla larga.
    Finì di togliersi di dosso tutti i veli in silenzio, lasciando il tempo ad Abrade di riflettere sulle sue parole e sulla sua situazione, e li ripose con cura assieme al resto nella sacca. Fece la stessa cosa con le spille, che aveva momentaneamente appoggiato a terra, e rimase ancora per qualche attimo a fissare l'altro drago senza proferir parola.
    Da una parte sperava che mostrandogli abbastanza fiducia da mostrarsi senza veli spingesse l'Ala di Cielo a fidarsi a sua volta, dall'altra sperava di avere qualche possibilità in più senza l'impiccio dei veli in caso si dovesse lanciare in una fuga disperata per salvarsi le scaglie.
    << Dove hai intenzione di andare adesso?>> chiese infine. << Non temere, non ho le capacità per obbligarti a tornare tra gli Artigli, né tanto meno l'interesse a farlo e per questo non dirò a nessuno di loro di averti visto, ma non mi sorride di certo l'idea di trovarti in futuro tra i guerrieri di Ardent o peggio ancora nell'Arena di Scarlet. Mi da il voltastomaco anche solo pensare di dover sentire di come preferisci abbrustolire i prigionieri. Ne ho già abbastanza con Peril. >> nonostante il suo tono fosse calmo e pragmatico per la maggior parte del discorso, non riuscì a trattenere una nota di risentimento e disgusto quando accennò all'Arena. Sbatté lentamente le palpebre, l'unico segno che stava riprendendo il completo controllo sulle sue emozioni.
    Non c'era comunque menzogna nelle sue parole. Anche se non era di certo euforico all'idea di un Abrade in fuga, non aveva mai neanche particolarmente apprezzato come gli Artigli avevano affrontato il problema della sua crescita tra le loro fila. Essendo solo una spia non aveva molta voce in capitolo, né aveva stretto un legame con l'Ala di Cielo per battersi affinché avesse una vita migliore, ma non voleva comunque essere lui quello a fare la spia agli Artigli affinché cercassero in qualche modo di ingabbiarlo di nuovo.
    Sperò solo che l'altro drago non ne dubitasse.
     
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    Abrade più cercava di calmarsi più si accorgeva che era pessimo nel farlo. Cercò solo e unicamente di concentrarsi su Kudu, che dal suo canto sembrava essere decisamente tranquillo. La cosa in fondo gli faceva un certo piacere, sembrava non essere completamente terrorizzato da lui ed era un gigantesco sollievo, involontariamente l'ala di cielo si rilassò, gli artigli che prima erano piantati saldamente al terreno ora non lo arpionavano più, anche sul muso si poteva notare che era lievemente più a suo agio. Aspettò che il drago finisse di togliersi i veli prima di rispondere.

    "È questo il problema... Non so chi può fermarmi. Se volessi potrei entrare a testa bassa in qualsiasi città e causare un mondo di danni e sofferenze... Me lo hanno insegnato, chiunque incontro dovrebbe o correre come un ossesso o cercare di uccidermi... Gli artigli della pace mi hanno tenuto al sicuro. Ma io non voglio stare in una montagna, non sono una maledetta roccia... "

    L'astio che provava verso i suoi carcerieri aveva avuto poco tempo per ribollire, ma era già al punto di avere orribili pensieri in testa. E forse è questo che intendevano gli artigli e sua madre sul fatto che era pericoloso... Forse quelli come lui il fuoco lo avevano anche nel cranio, nei pensieri... Senza pensarci Abrade portò la zampa anteriore destra alla tempia, stringendosi lievemente, come per fermare un improvviso mal di testa.
    Alla luce della luna si poteva ora vedere quasi il fuoco che ribolliva sotto alle scaglie del drago, sopratutto in quel momento, con quei pensieri che gli stavano passando per la testa, le fenditure fra le sue scaglie splendevano di una intensa luce arancione e ad un occhio attento si poteva notare che l'aria intorno a lui si era fatta improvvisamente più calda, fili di vapore fuoriuscivano dalle sue zampe e alla base del collo. Perché non riusciva a pensare altro che a bruciare gli artigli della pace? Non era da lui, lui era un drago diverso da quello che è stato sempre dipinto.

    "Non voglio più fare male a nessuno... Non mi importa che non hai la capacità di fermarmi, non voglio che questo sia il primo pensiero della gente che mi vede... Per le lune, non ucciderei nessu... no."

    Le parole gli morirono in gola, come poteva dire una cosa del genere dopo aver ucciso suo padre? Era un assassino come quella "Peril" che aveva accennato Kudu? No... Lo aveva fatto per difendere sua madre lui.

    "... Non volevo ucciderlo, sono stato costretto. Questo corpo... È difficile trattenersi quando il tuo intero corpo è come se bruciasse con l'intensità di un incendio, senza mai fermarsi, senza mai rallentare... Non voglio uccidere nessuno Kudu se non sarò costretto... Voglio solo rendermi utile, voglio una possibilità al di fuori da un buco umido. Voglio far vedere a questo mondo che sono buono a fare altro che abbrustolire prigionieri... Non so... Posso far bollire l'acqua in pentola con un dito...? Heh..."

    Disse alzando l'indice della zampa che aveva sulla testa e guardandolo abbozzando un sorriso, era una pessima battuta e lo sapeva, ma non voleva continuare a pensare all'odio che provava, sapeva che continuando ad averli la strada sarebbe stata una sola e gli veniva la nausea solo a pensarci.
     
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    Kudu osservò l'Ala di Cielo passare per diversi stati emotivi senza cercare realmente di nasconderli. Dopo il suo iniziale nervosismo infatti cominciò a rilassarsi, smettendo di artigliare il terreno ormai carbonizzato, ma ben presto si agitò di nuovo. Le sue scaglie sembravano bruciare dall'interno, l'aria più calda tremolava sopra di lui come fa di giorno sulla sabbia creando miraggi di oasi che non esistono.
    Sarebbe una pessima spia. si limitò a pensare l'Ala di Sabbia mentre osservava l'altro portarsi distrattamente una zampa alla testa come per combattere un'emicrania.
    Non voleva realmente soffermarsi troppo a riflettere su cosa gli sarebbe successo se Abrade si fosse agitato troppo.
    Dal suo discorso però aveva potuto capire diverse cose. Una di queste era che almeno un Artiglio era perito durante la fuga di Abrade e per un istante Kudu si chiese chi fosse e, soprattutto, se fosse tra quelli che meglio tollerava, ma non era realmente importante al momento. Le cose importanti per Kudu infatti erano che il drago rosso e oro non sembrava voler uccidere altri draghi, ma era anche palesemente emotivamente instabile.
    << Il fatto è questo, Abrade, c'è una guerra in corso e non sono sicuro che bollire l'acqua in una pentola sia la cosa più richiesta al momento. >> gli rispose, non facendo realmente nulla per ricambiare il sorriso che gli era stato abbozzato dall'altro drago.
    Kudu non era tipo da sorrisi, se non in servizio, specialmente se non era sicuro di quanto fosse effettivamente salva la sua vita.
    << Se i draghi sanno che esisti, ti temeranno o ti vorranno dalla loro parte per vincere la guerra. L'unica cosa positiva è che nessuno, a parte Scarlet con il suo invincibile campione, può realmente costringerti a fare ciò che non vuoi. Né tanto meno ucciderti. >>
    Il drago del deserto si prese un momento per riflettere e lanciò uno sguardo alla volta celeste in cerca di un consiglio. Qual'era la cosa migliore da fare? Cosa avrebbe portato meno distruzione aggiuntiva a Phyra? E possibilmente cosa avrebbe fatto soffrire meno Abrade?
    Kudu non riusciva a trovare delle risposte che lo convincessero. D'altronde non era solito risolvere problemi di quel tipo, lui. Normalmente si limitava ad osservare e riferire a chi poi effettivamente prendeva decisioni del genere sulla vita di altri draghi. Il massimo di problemi che doveva risolvere Kudu erano come non farsi scoprire dai draghi che spiava e cosa fare una volta che ciò avveniva.
    << Non so realmente cosa consigliarti, se non di nasconderti per un po' e uscire di nuovo allo scoperto una volta finita la guerra. Ma non sembri volere questo. >> ammise puntando nuovamente gli occhi d'ossidiana in quelli azzurri dell'Ala di Cielo. Prima di continuare a parlare si rimise sulle quattro zampe e stiracchiò gli arti intorpiditi dal riposo. << L'unica cosa che posso offrirti è la mia alleanza, se vuoi fidarti delle parole di una spia, e un pasto per rifocillarti. >>
    Non lasciando il tempo al drago di rispondere, Kudu si sfilò la sacca di dosso e si inoltrò nella scarna foresta alle sue spalle in cerca di una qualche preda.
    Perché si preoccupava tanto per le sorti di un giovane drago in grado di portare morte e distruzione ovunque andasse? Lui, che non voleva mai stringere legami con nessuno?
    Non lo sapeva realmente neanche lui, forse erano i sensi di colpa per non aver mosso un artiglio per migliorare la sua situazione tra gli Artigli ed evitargli tutta questa brutta esperienza. O forse era solo il buon senso di tenersi un drago del genere buono.
     
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    Abrade abbassò la testa sospirando pesantemente, sapeva della guerra in corso ed era anche per quello che lui non era mai stato fatto uscire nel mondo esterno, ma adesso che aveva la sua libertà cosa poteva fare? Tornare con la coda fra le zampe sotto terra con la sola compagnia delle rocce e dei saltuari vermi e scarafaggi?
    Uno sbuffo di aria rovente fuoriuscì dal naso del drago, le parole di Kudu erano vere, anche se non gli piaceva pensarla in questo modo la sua condizione lo rendeva virtualmente inavvicinabile, erano pochi i draghi che gli sarebbero saltati addosso per catturarlo... Eppure il drago si era fatto scappare una frase che fece scattare un interruttore nella testa del drago.

    "L'invincibile campione di Scarlet..."

    Disse distrattamente a mezza voce senza curarsi se il suo interlocutore lo sentisse o meno, sapere che c'era qualcuno che Kudu riteneva in grado di fermarlo era stranamente un sollievo, si ritrovò a pensare che almeno se fosse partito di testa un giorno qualcuno era in grado di fermarlo. Il drago rosso rilassò i muscoli per la prima volta da quando aveva incontrato l'ala di sabbia, il suo sguardo incrociò quello d'ebano dell'Ala di sabbia, diceva il giusto, non era di certo quello che voleva e aveva già deciso che non si sarebbe più nascosto da nessuno. Sarebbe stato più facile staccare una delle lune dal cielo notturno che smuoverlo da quella decisione.

    "Una spia che si è dimostrata più generosa di chiunque abbia deciso di rinchiudermi in un buco per 8 anni"

    Disse infine scuotendo la testa ed espirando pesantemente, il fuoco che ribolliva sotto le sue scaglie sembrava essersi affievolito, ora il bagliore dorato fra le sue scaglie era diventato di un pallido arancione e anche l'aria nelle sue immediate vicinanze si era fatta più respirabile.
    L'Ala di Cielo si alzò lentamente stiracchiandosi le membra e sembrava intenzionato a superare con un balzo il fiume per avvicinarsi a Kudu ma si fermò a metà, con le ali semi aperte e la testa persa in chissà quale pensiero. Decise poi di richiudere le ali sulla schiena.

    "Ehm... Sarei venuto di lì ma dubito che la mia vicinanza possa essere molto confortevole... E non vorrei dar fuoco alla foresta per sbaglio"

    Disse ammiccando verso alla striscia d'alberi dietro all'altro drago e spostando subito lo sguardo verso il posto dove era seduto dove ora non c'era altro che cenere e terra bruciata

    "Però... Però accetto la tua offerta... È da molto che non metto sotto i denti qualcosa"

    Aggiunse abbozzando un sorriso che lasciava trasparire un velo di innocenza e di ingenuità, il drago avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per quanto gli riguardava per lui era già un amico, forse perché era l'unica creatura che gli aveva rivolto parola senza urlare o correre dalla parte opposta.

    Sono DAVVERO DAVVERO DAVVERO arrugginito cazzus. Pardon per la risposta pessima.
     
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    Kudu si inoltrò nel fitto di quella piccola foresta in cerca di una qualsiasi preda abbastanza stupida da non essere scappata subito alla vista di due draghi intenti a conversare amabilmente in riva al fiume. Riuscì dopo qualche minuto a serrare le fauci intorno alla gola di un coniglio paffuto che decise di dare ad Abrade mentre per lui acchiappò al volo una lucertola sulla via del ritorno.
    Basterà un coniglio per Abrade? si chiese. Non che quella foresta avesse molte prede più grosse da offrire comunque.
    Mentre stava per uscire dalla linea degli alberi e già vedeva il luccichio dell'acqua del fiume e riusciva appena a scorgere la sagoma dell'Ala di Cielo sull'altra sponda gli tornarono in mente le ultime parole e le ultime azioni che Abrade aveva detto e fatto prima che lui sparisse tra gli alberi.
    Era davvero generoso? Kudu non era realmente sicuro di esserlo. D'altronde non aveva fatto realmente nulla per aiutare l'altro drago quando era rinchiuso ed era decisamente facile dargli due buoni consigli ed offrigli una cena ora che era riuscito a scappare da solo e l'Ala di Sabbia non rischiava realmente niente. D'altronde, anche se gli Artigli fossero venuti a sapere che lo aveva incrociato non potevano neanche rimproveragli di non essersi immolato saltandogli addosso nel vano tentativo di fermarlo. L'unica cosa su cui potevano aver da ridere era non essere stati informati dell'avvistamento, ma a questo Kudu poteva porvi rimedio con qualche succosa notizia proveniente dal Palazzo di Scarlet.
    Abrade infine oltre ad aver commentato una generosità che il drago color sabbia non sentiva di possedere del tutto, aveva anche affermato che si sarebbe avvicinato ma temeva che la sua vicinanza non fosse confortevole e non voleva dar fuoco alla foresta.
    Per la prima volta dopo tanto tempo un angolo della bocca di Kudu si piegò sinceramente verso l'alto, anche se di poco.
    Ormai uscito dalla foresta, continuò a trottare con la sua solita andatura leggiadra verso la riva per poi spiccare un balzo che lo portò a planare oltre il fiume. Atterrò a qualche metro di distanza dall'altro drago e si tolse con una zampa anteriore il coniglio dalla bocca per poggiarlo a terra davanti ad Abrade.
    << Ti sei forse scordato che sono un Ala di Sabbia e che noi viviamo nel deserto? Un po' di calore non mi da di certo fastidio. >> disse prima di sedersi, sempre arrotolando la coda con grazia nascondendo il pungiglione, per poi soffiare una leggera fiammata sulla sua lucertola per cuocerla giusto appena prima di darle un morso.
    Da questa distanza non è poi così diverso dal calore di un falò. si ritrovò a pensare.

    Perché io non sono arrugginita? guarda che razza di post ho scritto D:
     
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    "Oh!"

    Abrade non si aspettava di certo che Kudu saltasse il fiume per sedersi a pochi metri da lui porgendogli il coniglio, l'Ala di Cielo rimase un attimo con la bocca semiaperta mentre cercava di forzare fuori le parole, parole che non volevano uscire neanche sotto tortura. Si ritrovò a scuotere la testa per riprendere il controllo delle sue corde vocali.

    "Grazie... Cioè, nessuno mi ha mai detto che il mio calore non gli da fastidio. Cioè immagino sia perché posso bruciarli solo se mi muovo senza cautela quindi li capisco ma... Vabbè. Grazie mille"

    Disse abbozzando una espressione sorridente mentre prendeva il coniglio che l'ala di sabbia gli aveva portato, il familiare sfrigolio e puzzo di carne e pelliccia bruciata non si fece aspettare, bastarono pochi istanti che il coniglio passasse da crudo a ben cotto. Abrade mangiò velocemente ma già al secondo morso la carne era bruciata e alla fine era come mangiare carbone, non che si lamentasse, era abituato a quel sapore, ogni cosa aveva quel sapore per lui eventualmente.
    Dopo un istante abbassò la testa verso l'acqua, per bere. A contatto con le sue scaglie l'acqua iniziò ad evaporare, fortunatamente essendo un grosso corso d'acqua non aveva tempo di bollire e, prima non se n'era accorto per la gran sete che aveva ma per la prima volta in vita sua assaggiò acqua non bollente. Poteva sembrare poco ma aveva un sapore totalmente diverso da quella che aveva sempre bevuto e se la godette per sei lunghe sorsate. Alzò la testa dal fiume, grondante.

    "Non hai idea di come sia bere acqua che non sembra piscio bollito...Oh"

    Si era lasciato un attimo andare ma si ricompose subito. Con un paio di colpi di tosse cercò di assumere un'espressione dignitosa.

    "Quindi... Kudu. Cosa fai qui? Che succede nel mondo? Perché... Diamine a me sta piacendo sempre di più di quella grotta"

    Disse sorridendo ampiamente mentre i suoi occhi vagavano verso il cielo.
     
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    Mentre Abrade si dissetava, Kudu aveva anche lui finito il suo spuntino a base di lucertola e di nuovo l'angolo della sua bocca si alzò per un secondo in un sorriso appena percettibile al commento dell'altro drago.
    «Ad essere sincero è proprio il piscio bollito che non ho idea di come sia da bere.» gli rispose, un luccichio negli occhi scuri come unico indizio che stava rispondendo a tono con una battuta.
    Ma con un battito di palpebre quel luccichio scomparve e il muso di Kudu era nuovamente totalmente serio.
    «Cosa ci faccio qui? Se intendi oggi nello specifico, sono di ritorno da Possibility, un insediamento di Ali di Sabbia, Ali di Cielo e Ali di Fango un po' più a nord di qui lungo il fiume, dove ho comprato dei nuovi veli.» cominciò a rispondere al giovane drago, indicando la direzione con un cenno del muso. In lontananza sull'orizzonte si potevano scorgere appena le luci di fiaccole e fuochi della città.
    «Più in generale, sono una spia per gli Artigli, come penso tu sappia. Con la scusa delle mie esibizioni al momento sono la principale spia per quanto riguarda monitorare Scarlet, il suo palazzo e la sua dannata arena.»
    Non era ovviamente una buona idea rivelare troppe cose sulla natura del suo lavoro, poiché c'era sempre la possibilità che Scarlet o qualcun altro si insospettisse e lo facesse seguire, ma quella sera Kudu non fiutava niente di sospetto né le sue sensibili orecchie avevano sentito avvicinarsi nessun altro drago oltre ad Abrade. In ogni caso aveva abbassato il tono di voce per rispondere a questa parte delle domande del'Ali di Cielo, rendendo la sua voce un bisbiglio appena udibile.
    «Per quanto riguarda il resto del mondo, beh, è in guerra.» continuò a rispondere, tornando ad volume di voce più normale. Si chiese quanto avessero effettivamente insegnato ad Abrade del mondo, oltre a tenerlo rinchiuso in una montagna. Sapeva della guerra? Sapeva perché era scoppiata e le alleanze tra le tribù?
    O ancora conosceva la geografia di Phyra, quante tribù dei draghi esistevano e dove abitassero?
    Si rese conto che forse non poteva lasciarlo andare per la sua strada dandogli una manciata di indicazioni su come trovare un posto sicuro o attraversare il deserto per poi tornare alla sua normale vita di spia di palazzo e lavarsene gli artigli.
    Se da una parte era vero che nessun drago a parte Peril poteva fargli fisicamente del male, rimanevano un'infinità di modi per le cose di andare male e portare alla morte di Abrade o di chi lo circonda.
    Si rese improvvisamente conto che il giovane Ali di Cielo aveva forse bisogno di un mentore, di una guida che gli insegnasse del mondo fuori dalla montagna e di come sopravvivergli.
    E Kudu non era sicuro di voler essere quel drago, o tanto meno di avere il tempo o le risorse per farlo. Se da una parte era più libero di altri draghi della corte di Scarlet di andare e venire dal palazzo, troppi viaggi potevano attirare attenzioni indesiderate. E portare Abrade a Palazzo era fuori discussione. I draghi lì erano troppo abituati a riconoscere i segni delle squame di fuoco e l'avrebbero individuato subito e per di più era anche il luogo in cui viveva l'unica dragonessa in grado di affrontarlo ad armi pari. Anche Possibility, città che visitava periodicamente con la scusa dei mercati e dei bazar, aveva troppi Ali di Cielo in grado di scoprire la vera natura di Abrade e venderlo a Scarlet.
    Più ci pensava e più la soluzione migliore gli sembrava quella di nascondere Abrade in una grotta da qualche parte fino alla fine della guerra per lo meno, ma mentre lo osservava guardare le stelle con un sorriso stampato sul muso non si sentì di suggerirgli una soluzione così simile a cosa gli Artigli della Pace gli avevano imposto per tutta la vita.
    Non riesco neanche a pensare come sia passare otto anni sotto terra. pensò, sentendo per un secondo la claustrofobia tipica della sua tribù chiudersi attorno a lui mentre cercava di immaginarsi la vita del drago rosso e oro fino a quel momento.
    Come un fulmine a ciel sereno, la mente dell'Ali di Sabbia fu attraversata da un'idea. Un'idea pazza, che avrebbe richiesto una discreta dose di fortuna per funzionare, ma che poteva dare ad Abrade un minimo di precaria sicurezza lontano da Scarlet, il suo campione e la sua terribile alleata, senza però rinchiuderlo nuovamente in una grotta.
    E solo in quel momento si rese effettivamente conto che stava realmente pensando di continuare ad aiutarlo, e che era stato in silenzio più a lungo del dovuto.
    «Tu quanto sai effettivamente di Phyra? cosa ti hanno insegnato gli Artigli e cos'è che vuoi sapere del mondo, nello specifico?» gli chiese, il muso una maschera di seria inespressività.
    La risposta di Abrade avrebbe potenzialmente deciso il prossimo futuro di entrambi i draghi.
     
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