Il vecchio maniero

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    Il drago diede sfogo ai suoi istinti primordiali. Con un ruggito di rabbia, Eruptos soffiò quanto fuoco poteva dentro alla stanza piena di Wrath e altre cose abominevoli, come se volesse purificare tutto con le fiamme. Aesiril balzò di lato per proteggersi dal calore dovuto al forte torrente di fiamme soffiato dal possente drago. Gli abiti dell'elfo erano ottimi per isolarlo dal calore ma temeva che qualche favilla finisse sui suoi lunghi capelli castani. Il licantropo invece si diresse direttamente dentro la stanza, sfidando coraggiosamente le fiamme del drago e le creature che si trovavano là dentro.
    I loro nemici però sembravano resistere al fuoco del glorioso Eruptos e delle ripugnanti liane iniziarono ad avvolgere le zampe e il corpo del drago tigrato.
    L'elfo, preso dal suo istinto di protettore della razza draconica, iniziò a menare tondi e trancianti con la spada verde contro le liane, mirando bene ai rampicanti per tranciarli e stando attento a non colpire accidentalmente il suo compagno di battaglia.
     
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    Le piante strisciavano sulla sua pelle corazzata come serpenti, poteva quasi sentirle sibilare con scherno.
    Eruptos venne percosso da un palpito, troppo lieve e adombrato dalla sua furia primordiale perché egli potesse dargli attenzione.
    Per ogni morsa di liane spezzate, altre venivano a ragguagliarle, come un cancro malefico.
    La coda del drago si dimenava furiosa, e quasi per castigo, le anomale piante rampicanti ne frustavano le carni.
    Forte del suo orgoglio e carico di collera, Eruptos rifiutava di urlare il suo dolore, digrignando verso gli abietti avversari.
    Il corpo quasi immobile era percosso da spasmi selvaggi, sinonimo della volontà animalesca che pulsava nel cuore del drago.
    Gli occhi scarlatti vennero oscurati dalla palpebre, mandando un ultimo lampo di disprezzo.
    L'ombra del gigante alato, proiettata dalla luce della gemma, stagnava immobile sulla parete.
    La proiezione prese ad allungarsi freneticamente, mutando in una sagoma dissimile da quella del padrone, bipede invece che quadrupede. Spessi arti ricurvi torreggiavano da quello che doveva essere il capo, braccia più simili a quelle di un uomo che di un drago sorreggevano fra le taglienti dita un oggetto ricurvo.
    Prima nera come la peste, le sue tonalità divenneró più vivide. Un rosso intenso che poi venne tempestato di ocra, fino a mutare in un arancio che ricordava una fiamma appena nata.
    Ghigliando malefico, la creatura vampante si catapultó dalla parete agitando follemente la ricurva arma di fiamme.
    Gli occhi di Eruptos tornarono alla vita, ardenti di fuoco iracondo.
    L'essere, che dalle forme poteva sembrare un demone, prese a recidere le liane così da liberare il vulcanico.
     
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    La furia di Eruptos riuscì a sentirla anche Ygor dall'intensità di quele fiammate, che rischiarono di bruciargli qualche pelo. Tuttavia era una cosa a suo vantaggio dato che la violenta vampata indebolì quello che sembrava una barriera naturale per la gemma rossa; il lato esposto poteva lasciare ad Ygor la possibilità di esaminare l'artefatto e distruggerlo. Poteva sembrare egoista agli occhi di un estraneo, ma voleva davvero fare in modo che quella prigionia a cui aveva assistito finisse, in un modo o nell'altro. Quindi quando vide il lato esposto e indebolito non perse tempo ad esaminare il rubino, constatando che aveva un aspetto piuttosto etereo, quasi non fisico, eppure allo stesso tempo poteva sentirne le pulsazioni interne che suonavano quasi come minaccie, qualcosa da cui stare alla larga. Represso questo sentimento di avversione era pronto per provare a distruggere la pietra quando si accorse del pericolo che stavano correndo Aesiril ed Eruptos. Aveva visto che i due spettri erano stati colpiti in pieno dalla fiammata, o almeno così credeva, invece insistevano sul posto, più infuriati di prima. I rampicanti infierivano furiosi sotto comando dei due spettri, quindi c'era sicuramente anche un legame con quei due essere con la gemma.
    Era il momento di agire; anche se aveva visto che il drago aveva evocato una sorta di elementale degli inferi cercò di localizzare i fusti principali dei rovi che imperversavano sui due compagni. Concentrando il proprio elemento e impugnando il coltello da caccia lanciò tre fendenti precisi su tre fasci di rampicanti che circondavano Eruptos tranciandoli di netto. Tuttavia come risposta all'attacco le liane su cui era appeso iniziarono a strignergli la mano e il piede su cui era poggiato, iniziando a "bruciare" com'era successo nella stanza di Ezhir. Digrignando i denti impugnò meglio il coltello ed urlò: -EHI SPETTRI! Se un po' di caldo vi fa arrabbiare, cosa succede se faccio questo?- e affondò il coltello colpendo la gemma, pronto a qualsiasi cosa potesse succedere.
     
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    Gli sforzi combinati dei tre sembrano dare i loro frutti. I rampicanti che circondano il drago cominciano a mollare la loro presa scivolando dal possente corpo del dragone morte o bruciate dalla temibile evocazione di Eruptos. I due spettri sembrano però ghignare, entrambi alzano le ossute mani e sembrano mormorare qualcosa quando uno stridio tanto forte da far sanguinare le orecchie fuoriesce dalla gemma. Ygor con il colpo di coltello è riuscito a penetrare nella stranamente morbida gemma che ora sembra urlare di dolore, sangue o un liquido che pare tale inizia a fuoriuscire a fiotti dal "gioiello" , ricoprendo il braccio del licantropo di liquido scarlatto.
    Quest'ultimo è subito raggiunto dalle mani dei Wraith che affondano nelle sue spalle, entrambi i volti sembrano urlare da all'unisono con il diamante da dietro i loro teschi privi di espressione, le loro fredde dita penetrano nella sua pelle con una facilità disarmante, i loro volti si avvicinano al suo.
    D'un tratto il silenzio. Le due creature ora sono ferme, le mani scheletriche eteree conficcate nelle muscolose spalle del licantropo.

    "Battuti da una lucertola, un figlio dei fiori e un lupo troppo cresciuto... Che vergogna... Sarà divertente vedere come finirà"

    Dice una di esse iniziando a dissolversi lentamente seguita a ruota dall'altra. Di loro ora rimangono solo le ferite lasciate sul licantropo.
    La gemma ancora trafitta dal coltello ha smesso di grondare sangue, la pulsazione si è fermata e sta rapidamente avvizzendo come se fosse uno strano cuore. Tutte le liane accanto ad essa sembrano seguire a ruota il decadimento del loro "cuore". Il puzzo ci metterà più tempo a scomparire ma questa sembra essere la fine di questa loro avventura.
    Una voce tuona nel maniero, scuotendolo dalle fondamenta.

    "LIBERO. SONO LIBERO! GIOVANI EROI DOVE SIETE? VENITE A ME"
     
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    Le liane che attaccavano il drago parevano non fermarsi mai. Più il drago ne bruciava, più l'elfo ne tranciava, tante altre presero il loro posto, avvolgendo il corpo del possente drago in un abbraccio mortale. La versione molto più accelerata dell'edera che avvolge l'albero fino a farlo soffocare, morire e cadere. Eruptos evocò una grande ombra in postura bipede che tramutò di colore, da nero, a rosso ad arancio, assumendo l'aspetto di una grande fiamma che andò a colpire altri nemici. Le abilità del drago furono utili per aprire una breccia nella barriera di liane e rampicanti che proteggevano il cuore della maledizione, breccia che venne subito attaccata dal licantropo. Aesiril vide Ygor di sfuggita sparire nella macabra stanza mentre tranciava altre liane maleodoranti. L'elfo sentì il licantropo sfottere i due grossi spettri, poi ci furono delle urla e stridii che Aesiril dovette indietreggiare per poter tapparsi le orecchie; tanto erano lancinanti ed acuti quegli stridii.
    Per sua fortuna, in quei brevi attimi di chiasso, nessuno attaccò Aesiril che per proteggersi dagli strilli si era esposto pericolosamente. Quando le urla lancinanti terminarono con gran sollievo delle orecchie di tutti, uno degli spettri dichiarò la loro sconfitta e il trionfo del drago, dell'elfo e del licantropo che vennero definiti in ben altro modo.
    I due spettri svanirono come nuvole spazzate via dal vento e la gemma che doveva essere l'origine della maledizione avvizzì come un fiore secco, pugnalata dalla lama del licantropo.
    "Ce l'abbiamo fatta! State tutti bene?" chiese Aesiril ai suoi compagni di battaglia, dopo che sentirono una calda voce amichevole che rimbombò in tutto il vecchio maniero.


    Loool Aesiril figlio dei fiori....ahahahahah! XD
     
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    Il pugnale del lupo trionfò sulle forze dell'oscurità, la gemma spezzata distrusse gli empi spettri sorti in terra. Libero dalla morso delle liane, Eruptos tirò un pesante respiro che riempì d'aria calda la ristretta stanza.
    Grande Bahamut.
    Le squamose spalle del drago ebbero un fremito.
    Gli spettri sono tornati nel nero abisso, preferirei non vederne mai più uno. Al diavolo queste battaglie soprannaturali, chiedo solamente di avere le zanne affilate e un nemico normale da ammazzare.
    Quel sanguinoso ragionamento quasi non gli apparteneva, era come se il fuoco della battaglia ne avesse plasmato lo spirito, portandolo su un cammino irreversibile.
    Eruptos diede lo sguardo al suo colosso di fiamme, che con l'ausilio dell'elfo gli aveva impedito di finire stritolato. Quell'insolita figura di fuoco e fiamme guidata dalla volontà del dragone, era germogliata dal seme delle grandi superstizione che pesavano sulla sua mente. La paura si era incarnata nel fragore delle fiamme, evocando un prode burattino dalle grottesche forme demoniache.
    Un solo pensiero, e la creatura scomparve in un turbinio di lingue infuocate.
    Prodi compagni, la gratitudine che accompagna il trionfo ci attende.
     
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    Non pensava di poter riuscire a far finire tutto così con un "semplice" gesto e nel giro di pochi attimi, anche se dal suo punto di vista quegli attimi durarono molto. Si era leggermente allarmato quando i due spettri si erano lanciati su di lui affondando le loro dita scheletriche nelle sue spalle. Non faceva male, al suo posto sentiva un freddo gelido come non ne aveva mai avvertiti prima. Tutto finì di colpo, con la frase morente di uno dei due demoni, con la vegetazione che rinsecchiva e il braccio destro intriso di quello che pareva sangue, anche se non osava ispezionare meglio quella poltiglia. Atterrò al suolo siccome i rampicanti non lo sorreggevano più, si tolse di dosso quel liquido fin quanto poteva e controllò le ferite procurategli dai due fantasmi. Adesso sentiva le ferite, niente di grave ma preferiva il dolore a non percepire i danni accusati.
    Rinfoderando il coltello sentì la gran voce lieta della fine delle sue sofferenze, poteva essere lieto anche Ygor ma qualcosa lo turbava... cosa intendeva con "Sarà divertente vedere come finirà..." quello spettro? Chissà... non ci pensò su troppo che voleva riunirsi ai suoi compagni dato che li aveva abbandonati momentaneamente. -Non c'è male Aesiril. Le giornate sono sempre così a Duhann?- tentò di sdrammatizzare un po'. -Vorrei sapere cosa fossero quei due esseri. Inoltre scusatemi per essermi separato da voi esponendovi a pericoli inutili. Andiamo a sentire che ha da dirci Ezhir.- propose il licantropo.
     
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    Ezhir li attendeva nella stanza dove lo avevano trovato, era finalmente libero dai suoi vincoli e sembrava si fosse prodigato nel liberare la stanza dalle maleodoranti liane, se sembrava enorme prima da supino ora la sua altezza era di quasi quattro metri e torreggiava su tutti tranne che sul grosso dragone, le lunghe dita sottili e affusolate erano strette sul grosso parapetto di una finestra che finalmente illuminava la stanza e il suo massiccio corpo, illuminando ogni singola spada, lancia o freccia piantata in esso.

    "Sono libero, finalmente libero... finalmente posso tornare alla mia foresta"

    Disse senza voltarsi verso di loro, una delle grosse mani si mosse ad indicare un punto a fianco a lui, una grossa sedia, o forse un trono era incastonato nel muro al fondo della stanza, supra di esso giacevano quelli che sembravano tre amplificatori energetici di medie dimensioni. Ezhir voltò la testa verso di loro, gli occhi pallidi che li scrutavano senza mostrare una sola emozione.

    "Grazie a voi, sono libero. Quelli sono per ringraziarvi, li presi ad un avventuriero... Molto tempo fa,
    ma dovrebbero ancora funzionare"


    Disse con quella sua solita voce calma e melodiosa, così poco adatta ad un corpo del genere. Il Leshen si tolse quindi dalla balconata e si avvicinò agli avventurieri, aveva intenzione di passare oltre a loro per andarsene, prima però si fermò di fronte al dragone, chinando lievemente la testa.

    "Il mio maniero è tuo o possente drago, non voglio mai più avere a che fare con questo luogo. Ha molti segreti... Ma lascerò a voi il piacere di scoprirli. Fate solo attenzione... Arrivederci. Avventurieri"

    Ezhir passò oltre a loro, il suo passo pesante rimbombò nei corridoi fino a scomparire del tutto, finalmente era libero da quella prigione e poteva fare quello che voleva della sua libertà.

    Ottimo, ce ne ho messo a rispondervi cribbio... Allora, la ricompensa è semplicissima
    Ygor: Amplificatore energetico medio
    Eruptos Amplificatore energetico medio
    Aesiril: Amplificatore energetico medio
    Scusate se vi ho tenuti fermi fino ad ora, siete llllliberi.
     
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    Finalmente era tutto finito. Il vecchio maniero era libero dalla maledizione, così come Ezhir.
    Ygor tornò da loro, abbastanza integro, seppur con delle visibili ferite sul folto pelo. L'elfo della terra sorrise alla battuta ironica del licantropo, il quale si scusò per essersi separato.
    "Non devi scusarti, Ygor. La tua strategia è stata vincente e abbiamo trionfato tutti assieme!" gli rispose, battendogli delicatamente su una spalla, lontano dalle ferite.
    L'elfo, il drago e il licantropo poi si diressero nella stanza dove si trovava Ezhir, finalmente libero da quelle catene che lo avevano imprigionato per molto tempo. La strana creatura ringraziò i tre guerrieri e diede loro tre amplificatori di energia.
    "Grazie per questo tuo dono, Ezhir. Che tu possa vivere in pace nella foresta e spero di incontrarti di nuovo durante i miei studi di botanica" disse Aesiril, facendo il saluto elfico.
    La creatura, poi, si rivolse ad Eruptos, concedendogli il vecchio maniero. Troppi brutti ricordi per Ezhir ma nuove scoperte per Eruptos si celavano tra quelle mura.
    L'elfo salutò Ezhir e poi si rivolse ai suoi compagni di avventura.
    "Molto bene, Eruptos, ora hai una dimora tutta per te. Ygor, con il tuo permesso, posso sfruttare le mie conoscenze di botanica e la magia della terra per curare le tue ferite."
     
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    Il drago fu compiaciuto dalle parole di Ezhir. Aveva affrontato abbastanza fatiche per un singolo giorno, e di certo avrebbe preferito evitare di affermare ulteriormente il suo domino.
    L’iride cremisi del drago s’incurvò verso le reliquie. Eruptos rammentò alcuni accenni del padre a simili artefatti, capaci di manipolare l’energia magica di un individuo, per consentirgli di evolvere i propri poteri in nuove e svariate forme.
    Per alcuni ponderati secondi il bastione vulcanico si soffermò sulla figura di Ezhir. Il corpo deturpato dalla necrosi, ora visibile in tutta la sua empietà, lasciava scorrere nella mente del drago un lieve senso di ribrezzo.
    Nel mentre che il vecchio padrone abbondavano la stanza, dalla gola di Eruptos fuoriuscirono poche apatiche parole.
    Ezhir, anche se ci stai solo ripagando del nostro altruismo non dimenticò la tua magnanimità. Sei stato molto più cortese di quegli scarti dell’inferno. Se un giorno cercherai rifugio, queste mura di pietra saranno liete di accoglierti.
    E lo stesso, vale per voi due.

    I passi ciclopici del drago risuonarono per pochi metri verso il troneggiante ornamento fuso con le mura del bastione. Il collo s’incurvo verso le reliquie, e le narici espirarono l’aroma del premio appena conquistato.
    Questa stanza è ancora intrisa del marcio di quelle piante...
    Strinse la serpeggiante coda attorno al suo artefatto.
    Non vorrei ritrovarmi come nuova manifestazione della mia forza, la capacità di tormentare i miei nemici con orribili tanfi.
    Tenendo l’amplificatore stretto nella sua coda a strisce rosse, Eruptos lasciò la stanza, per tornare all’esplorazione della sua nuova dimora.
    Vado a riposare in una stanza che non sia intrisa di lezzo vegetale.
    La titanica sagoma del drago fu percettibile per poche decine di metri, infine scomparve, inghiottita dalle paretti di roccia e acciaio. Solo il gargantuesco suono dei suoi passi che sbattevano sul lastricato di pietra rimase, ma anche quello poi, si spense, lasciando dominare uno sconfinato silenzio nei corridoi del maniero.
     
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    Avviandosi verso i piani superiori da Ezhir, Ygor ebbe modo di pensare a cosa aveva fatto fino ad ora. In termini temporali quasi il nulla era passato, si e no mezza giornata, tuttavia gli eventi di sicuro non erano stati noiosi. Essere trascinati dagli eventi è pur sempre un nuovo modo di ricominciare una vita anche se potenzialmente mortale. Ma cosa non lo è a questo mondo?
    Lo scambio di parole con Ezhir fu piuttosto breve anche se Ygor avrebbe voluto chiedergli qualche cosa, ma preferì lasciarlo in pace. Ispeziono uno dei tre artefatti, quello che gli spettava, incuriosito da cosa potesse essere; percepiva una fonte di potere magico vergine, non alterato da nessun elemento. Forse aveva capito di cosa si trattava ma voleva più informazioni e forse sapeva a chi chiedere.
    - No tranquillo Aesiril, non sprecare energie dove non è necessario. Guarisco abbastanza in fretta da questo genere di ferite. Piuttosto questi oggetti, sono Amplificatori giusto? - fece la domanda il lupo. Inoltre, da come eranio andati a finire gli eventi forse sapeva anche cosa fare da lì in avanti.
     
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    Aesiril congedò con un inchino il possente dragone tigrato che andò a concedersi il giusto riposo nella sua nuova dimora. Percepì forti e tonanti i suoi passi che si propagavano nell'antico pavimento che si facevano sempre più flebili mano a mano che Eruptos si allontanava. Quando quel rumore ancestrale cessò, significò che il drago si era finalmente disteso.
    Ygor rifiutò le cure da parte dell'elfo in quanto le sue ferite sarebbero guarite in fretta. Evidentemente anche i licantropi, come i draghi, avevano una cura delle ferite abbastanza veloce. Chiese, invece, lumi riguardo agli artefatti che erano stati donati loro da Ezhir come ricompensa. L'elfo rigirò l'oggetto magico tra le mani per studiarlo meglio ed annuì.
    "Amplificatori di energia. Aumenteranno l'effetto dei nostri poteri o diminuiranno il costo energetico per lanciarli." rispose l'elfo, guardando prima il licantropo e poi fugacemente le direzione che prese il drago per andare a riposarsi.
    "Io lascio Eruptos da solo che si riposi. E' alquanto improbabile che qualcuno venga a disturbarlo quindi io torno nella Foresta. Ci sono sempre cose nuove da scoprire. Tu vieni con me, Ygor?" aggiunse poi.


    Ok decidi tu se seguire il mio elfo o no, in ogni caso, Aesiril esce al prossimo turno ^^
     
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