Nel Regno dei Draghi

Posts written by XRey360

  1. .
    Semplicemente fantastico u.u

    Anime molto intenso, concentrato e pieno di sorprese. Consigliatissimo da vedere e rivedere (sono solo 24 episodi + 1 extra finale, quindi fattibilissimo in qualche settimana guardandone anche solo un paio di episodi al giorno).

    Se vi serve una descrizione concisa ed accurata per decidervi a guardarlo, tratta di una giovane ragazza alla ricerca dell'assassino del padre. Finchè non arriva in un'accademia dove le uniformi sono in grado di potenziare le abilità fisiche di chi le indossa... Potete ben immaginare come questo porterà a combattimenti di portata epica~ C'è anche il minimo sottofondo pervertito che ci si aspetta dai giapponesi, ma che in questo caso rende il tutto più divertente ed entusiasmante. 11/10



    PS: Mako is da Beeeest~!
  2. .
    Premesse!
    Dunque, questa è un'idea che mi gironzolava per la testa negli ultimi giorni. Ammetto di fare molti errori e spesso ripetermi, qundi spero non siate troppo severi! L'ispirazione mi è venuta dopo aver visto Insurgent al cinema (e divergent in tv giusto il gorno prima). La storia mia aveva preso così tanto che dovevo provare a vivere un'avventura simile!

    Questo spiega perchè sia scritto in prima persona. Inoltre (lo so, questo sconvolgerà chi mi conosce) al femminile. Niente domande però! Vi auguro una buona lettura :3


    Factory of Life
    by Raysen Bluetail

    Freddo. Tanto freddo, abbastanza da farmi fremere. Ma non veniva da fuori.

    Emozioni confuse cominciarono a riversarsi in me mentre mi risvegliavo dal sonno artificiale nel quale ero stata lasciata, così come le prime sensazioni sul dove mi trovavo, e cosa sensitivo... Nulla di piacevole. Un opprimente sensazione di soffocare cominciò a spingere contro il mio petto, il cuore martellando tanto da riverberarmi nelle orecchie. Non riuscivo a muovermi liberamente, immersa in qualche fluido denso con una maschera sul viso per permettermi di respirare, ma anche oscurandomi la vista.
    Mentre il panico montava sentii un suono acuto ferirmi l'udito, causando un piccolo gemito di gola. Mi agitai, ma braccia e gambe colpirono delle pareti, tanto vicine da farmi temere in quale spazio ristretto ero rinchiusa... Ma le cose stavano cambiando in fretta. Il fluido veniva aspirato via, potevo sentirne il livello scendere intorno al mio corpo nudo, e ben presto mi ritrovai a toccare di nuovo il fondo piuttosto che galleggiare nel mezzo del liquido. Poi venne un altro rumore metallico, e lo sportello che mi teneva richiusa si aprì di botto.

    Ero ancora troppo sopraffatta per potermi tenere sulle mie stesse gambe, e prima ancora di rendermene conto stavo cadendo in avanti. Colpii il pavimento con le ginocchia e i palmi, gemendo con il dolore che mi attraversò gli arti. Ma almeno la confusione e la nebbia che mi aleggiavano nella mente sembravano essere stati spazzati via da quella sensazione.
    Rimasi boccheggiante per diversi momenti, incapace di muovermi, registrando tutte le nuove sensazioni ed emozioni che mi stavano serrando, cercando di fare ordine tra di loro. Dolore, paura e terrore dominavano, e per quanto mi sforzassi non riuscivo a spingerli via, presto cominciando a singhiozzare e gemere accucciandomi su me stessa. Avevo il corpo dolorante, bagnato e gocciolante del liquido di sospensione. La testa mi girava, e sentivo lo stomaco in subbuglio, come se stessi per vomitare nonostante non vi fosse nulla al suo interno.
    Non seppi quanto tempo rimasi immobile, tremante mentre prendevo brevi, doloranti respiri nel tentativo di calmare me stessa, ascoltando il rumoreggiare di macchinari tutt'intorno. Ma dopo quella che parve un'eternità riuscì finalmente a spostare la mia attenzione su qualcos'altro.

    Le prime immagini su cui i miei occhi si misero a fuoco erano il pavimento, a pochi centimetri dal mio viso. Le mattonelle bianche erano bordate di grigio, ma non vi era alcuno spigolo tra di loro, come potei constatare passandoci sopra le dita. E fu in quel momento che sentii quasi di perdere un battito. La mia mano era azzurra.
    La pelle sembrava come quella umana, elastica e calda, ma potevo notare il disegno di minuscole scaglie color cobalto ricoprirne il dorso. Il palmo invece sbiadiva in un bianco pallido, molto più simile a quella che la pelle sarebbe dovuta essere, eppure ancora così diversa. Cinque dita affusolate partivano dal palmo, terminando con in piccolo artiglio color avorio ciascuno.
    Chiusi il pugno e lo riaprii diverse volte, incerta, non riuscendo a capacitarmi che quella fosse la mia mano. Prima di rendermi conto che molte altre cose erano diverse.

    Lentamente cominciai a rialzarmi, sedendomi all'indietro sulla parete di vetro della mia capsula, che nel frattempo si era richiusa. E mi resi conto nel sedermi che la mia postura era diversa. Non riuscivo a distendere la schiena come avrei dovuto, qualcosa mi impediva di piegarmi alla base della spina dorsale. E quasi mi scappò un gridolino nell'osservare una coda squamosa flettersi al mio fianco.
    Era sinuosa e snella, poco più spessa del mio braccio, ricoperta di quelle stesse squame azzurre e bluastre che osservai sul dorso della mia mano, anche se molto più spesse. E per quanto sembrasse una cosa così estranea, sapevo, no, sentivo che mi apparteneva.
    Ci persi diversi minuti ad osservarla, toccandola con mani tremanti facendo scorrere le dita per la sua lunghezza, fin dietro la schiena dove potei constatare che diventava tutt'uno con me stessa. Sorrisi tra me e me, finalmente iniziando a realizzare che era tutto vero, una realtà... La mia stessa felicità sembrò causare un instintivo movimento della mia coda, agitandola piano non senza causare un urletto spaventato che ben presto si trasformò in un una risatina.

    Passai molti altri minuti ad osservare il mio corpo. Così estraneo, eppure così familiare allo stesso tempo. I cambiamenti non erano stati molti, ma tanto precisi da far sembrare tutto nuovo e diverso. La mia pelle era squamata, ma solo in alcuni punti queste erano abbastanza spesse e grandi da essere visibili. Ad eccezione di schiena, gambe e braccia, il resto della mia pelle era morbida e calda, nonostante fossi ancora completamente umida. Come le mani, anche le dita dei piedi erano munite di piccoli artigli, ma non solo. La struttura stessa della pianta era diversa, più... ferina, anche se non di troppo. Ma ciò non mi turbò come avrebbe dovuto. Non mi domandai come avrei fatto a reggermi in piedi, perchè ci avrei provato.
    Ben presto tentai di rialzarmi, ma trovare l'equilibrio non era cosa facile. La presenza della coda sembrava sbilanciarmi, ma sapevo che presto avrei saputo trarne vantaggio, che dovevo solo abituarmi alla nuova postura prima di testarne l'efficacia. E mentre muovevo i miei primi passi sentii ancora quel suono acuto che mi fece paura, ma non tanto quanto ero in sospensione. Mi resi conto solo allora che nella stanza non ero da sola, ma che c'era un'altra capsula ancorata alla parete opposta, di fianco a diversi schermi e strumenti elettronici con luci lampeggianti e numeri digitali.

    Rimasi paralizzata cercando di osservare attraverso il vetro offuscato del tubo di sospensione, vedendo il livello del liquido discendere, e l'ombra al suo interno dimenarsi con un gemito. Ben presto lo sportello si aprì con uno scatto, sollevandosi verso l'altro proprio mentre l'essere al suo interno cadde in avanti in modo non tanto diverso da come feci io poco prima.
    Osservai la figura con stupore, inizialmente disgustata dal suo aspetto prima di rendermi conto che si trattava solo di pelliccia bagnata. Come me, la vidi piegarsi su se stessa mentre tremava e gemeva, ma con il volto nascosto tra le braccia non potei dire chi o cosa fosse. Probabilmente un canide, visto il suo manto e la coda ripiegata dietro. Vedendola così, piccola e tremante, non potei averne paura e decisi di avvicinarmi per aiutarla.
    "Non preoccuparti, respira a fondo, presto ti sentirai meglio" le sussurrai all'orecchio cercando di essere confortante, ma senza spaventarla. Sapevo quanto poteva essere traumatizzante il risveglio, anche se avrei sperato di non essere la stata prima per avere avuto qualcuno a cui aggrapparmi.

    E così lei fece, non appena le porsi una mano. 'Lei' era ovvio, potendo finalmente osservare i suoi seni mentre mi stringeva l'avambraccio. Era nuda, così come ero io... Solo in quel momento la cosa mi fece imbarazzo e sentii le guance avvampare di rosso. Ma non smisi di aiutare la ragazza, tenendola fermamente, rimanendole vicino per quanto tempo le fosse necessario prima di calmarsi.
    Desideravo poter fare di più, ma sapevo che le serviva solo del tempo per liberarsi della confusione che aveva nella mente, per scoprire se stessa. Mentre fremeva e singhiozzava io la osservai in silenzio, curiosa del suo aspetto. Non ero esperta delle specie canine, ma aveva qualcosa di puro e indomabile che doveva appartenere ad una lupa. Seppur con la corta pelliccia e i capelli bagnati era decisamente bella, il corpo tonico e attraente. La sua espressione era contorta nel dolore del risveglio, ma nei suoi occhi azzurro ghiaccio vi era fermezza. Lo sguardo di uno spirito dominante, in grado di badare a se stessa e ad altri: un'alpha.

    Non ricordavo ciò che era accaduto prima, fino a portarmi in quella stanza. Non ero in grado di dire chi ero stata fino a quel momento, o perchè mi ero risvegliata come dragonessa insieme ad una lupa, entrambe il risultato di un esperimento genetico. Vi era qualcosa di importante, lo sentivo premere ai bordi della coscienza. Ma qualunque cosa fossi stata prima, mi era stata cancellata dalla mente, senza lasciare alcuna traccia. Era qualcosa di cui mi resi conto solo in quel momento, e mi fece inquietare. Cercai di fare ordine tra i miei pensieri, di capire quanto sapevo, quali dettagli di me fossero rimasti. Con delusione, scoprii che tutto ciò che avevo erano vaghe conoscenze di base, matematiche e intuitive. Non riuscivo a ricordare alcuna persona, o luogo, o nome. Non vi era nulla della mia storia, e nessuno a cui chiedere. Era un nuovo inizio.

    Guardai nuovamente verso la femmina accucciata, osservandola mentre tentava di riprendersi, i respiri diventando via via più profondi e rilassati. Si sentiva come mi ero sentita io? Anche lei non ricordava nulla, solo ciò che era adesso? Lei sembrava più forte di me... Decisa a prendere il controllo di se stessa, lentamente lasciando andare la stretta sul mio braccio mentre si metteva seduta. Forse lei non era sola come mi sentivo io. Mi vergognavo del desiderio di abbracciare qualcuno, di sentire una voce amica. Guardai a lato, verso il pavimento, e quasi mi scappò un fremito quando la sentii tirarmi a se.
    Non protestai. E non la respinsi. La cinsi invece con entrambe le braccia, poggiando il mento sulla sua spalla mentre diedi un sospiro, sentendo la tensione che cercavo di nascondere sciogliersi nel calore del suo corpo contro il mio. Sentii le sue mani premermi sulla schiena, stringendomi forte ma senza farmi male. Era una stretta che significava molto più di quanto le sole parole potessero esprimere, un abbraccio che siglava un legame. E così siamo rimaste, in ginocchio, cullandoci l'una con l'altra.
    "Mi chiamo Nesy" mi disse dopo qualche momento. Nonostante la sentivo ancora fremere sotto il mio tocco, la sua voce era ferma, calma. Immaginai che l'avesse detto più a se stessa che a me, come per rendersi conto della sua decisione, testando quale nome avesse scelto per se stessa.
    Io rimasi silenziosa per diversi momenti, pensierosa, prima di trovare il coraggio di rispondere. "Io sono Ray" le dissi tirando indietro la testa abbastanza da guardarla negli occhi. Lei mi sorrise, e così feci anch'io, le parole che avevo appena pronunciato ancora riecheggiandomi nella mente. Era una mia scelta, la prima che prendevo. Stavo scrivendo il mio destino.

    Indugiammo a lungo sul pavimento, semplicemente confortandoci a vicenda prima di trovare il coraggio di alzarci, ancora deboli sui nostri piedi. Anche se Nesy si era risvegliata dopo di me sembrava trovare sicurezza nei movimenti in fretta, e dovetti fare del mio meglio per non sembrare ancora spaventata. Non sapevo perchè, ma in sua compagnia volevo dare prova di me, dimostrare che ero forte tanto quanto lei.
    Ci abituammo a muoverci con confidenza prima di cominciare a guardarci attorno, cominciandoci a domandare perè nessuno fosse ancora venuto a spiegare cosa stava succedendo. La stanza era pulita, bianca, illuminata dalla fredda luce dei neon, e non aveva alcuna finestra. Tuttavia l'aria era calda abbastanza da tollerare l'essere svestiti, o almeno così era per me: non sapevo quanto la pelliccia della lupa la proteggesse dal freddo.
    Apparte i macchinari attaccati alle capsule e queste ultime, a ridosso della parete tra le due vi era solo un ripiano vuoto, che probabilmente fungeva da scrivania. Se vi fosse stata qualche sedia questa doveva essere stata rimossa, così come qualunque cassetto o altro oggetto utilizzato. Tutto ciò che rimaneva era un pannello plastificato che Nesy si mise ad osservare prima che la raggiunsi. Sotto la superficie trasparente vi era un testo stampato a chiare lettere.

    'Benvenuti al Centro di Ricerca e Sviluppo Evolutiva!' recitava il titolo. Era un messaggio da parte di chi regolava la struttura, le parole scelte con cura per rispondere alle possibili domande e dare una descrizione iniziale sul dove ci trovassimo, eppure comunque lasciava molte cose nel mistero. La prima parte del testo elencava i possibili disagi del risveglio, con consigli ed istruzioni per superare la fase. Subito dopo, spiegava i rapidi passaggio di ciò che avremmo dovuto fare. Seguire il corridoio e raggiungere le doccie. Lavarci, asciugarci, per poi trovare degli abiti adatti della nostra misura prima di poterci unire agli altri.
    Altri... Dunque non eravamo sole. Cominciavo ad essere ansiosa, mille domande che mi si formavano nella mente riguardo al futuro incerto che ci attendeva. Sapevo che non avrebbero avuto risposta ancora per diverso tempo, e non ero molto smaniosa di raggiungere altri risvegliati. Ma almeno c'era un che di rassicurante nel sapere di non essere le uniche in quel luogo, ovunque esso sia.
    Ciò che era scritto in fondo al foglio invece mi lasciò confusa. Sarebbe dovuto essere un incoraggiamento per coloro che l'avessero letta, ma più la guardavo, e più mi turbava.
    'Nuova vita sanerà il mondo, nuova forza guiderà la rinascita. Che il coraggio e il sacrificio dei nuovi Risvegliati possa correggere gli errori del passato.'

    "Dai, muoviti~" la voce di Nesy mi fece sussultare, riportandomi alla realtà. La guardai muoversi verso la porta della stanza, sul lato opposto rispetto alla scrivania, e osservarla per qualche istante prima di premere un comando sul suo centro. Quella sparì lateralmente con un movimento automatico e silenzioso, rivelando un corridoio bianco non dissimile dal locale in cui eravamo. La lupa mi guardò con un sorriso prima di varcarla e io le trotterellai dietro velocemente, seguendola verso le docce con trepidazione, sebbene non riuscissi a togliermi dalla testa quell'ultima frase del benvenuto.

    Come per il resto della struttura, la stanza con le docce era bianca, ma almeno decorata con mattonelle bordate di nero, formando in disegno intricato sul pavimento e le pareti spoglie. Non vi erano scompartimenti separati, togliendo ogni intimità, ma dal momento che eravamo entrambe nude fin dal principio non c'era motivo di tale divisione. Eppure non potei non sentirimi a disagio pensando di dovermi lavare di fronte all'altra ragazza.
    Io non mi vergogno, mi dissi con convinzione, spostandomi sotto uno degli ugelli prima di avere ripensamenti. Completamente automatizzato, questo si aprì, riversando direttamente sulla mia testa una cascata di goccioline che mi fecero saltare in dietro con un guaito di sorpresa. Ma ciò che più mi fece arrossire fu la risata che venne da Nesy. Mi girai con le orecchie basse control la nuca, a disagio, ma presto mi resi conto che non mi stava deridendo, il suo sguardo amichevole, senza nascondere alcuna intenzione maligna. Mi ritrovai a rispondere il suo sorriso prima di rilassarmi davvero, ridendo, tornando sotto l'aqua per schizzarla nonostante le sue proteste.

    Ero felice. Felice e nel mio elemento. Sì, perchè l'acqua era il mio mondo, e me ne resi conto sentendo le gocce scivolarmi lungo il corpo, una sensazione di piacere che potevo comparare solo con il tocco di una persona amata.
    Chiudendo gli occhi mi mossi di nuovo sotto la leggera cascata d'acqua tiepida, sollevando la testa per lasciare che il getto mi colpisca il viso e mi scivoli giù lungo il collo, la schiena e i fianchi mentre stringo le braccia al petto. Che sensazione meravigliosa..! Avrei potuto rimanere così per ore, semplicemente gustandomi il conforto di quella pioggia cristallino... Sollevai una palpebra dopo poco, notando anche Nesy sotto una delle docce occupata a strofinarsi la pelliccia, lavandola dal fluido di sospensione che le era rimasto addosso. Seguendo il suo esempio decisi di cominciare a prendermi cura delle mie squame, sorridendo tra me e me al pensiero di averle e di dover imparare a lustrarle per bene.

    Non ci volle molto, e non fu così imbarazzante come immaginavo, mi bastava chiudere gli occhi per dimenticare di non essere sola. Non tralasciai alcun dettaglio della mia persona, dalla punta delle orecchie fin agli artigli dei piedi. La cosa più buffa fu lavare la coda, o meglio, acchiapparla prima. La muovevo ancora toppo istintivamente, ed ogni movimento per tentare di raggiungerla causava una contrazione involontaria per bilanciarmi, ma anche facendola sfuggire. Dopo diversi tentativi falliti ed uno sguardo divertito della mia compagna decisi di arrendermi, e mi sedetti a terra riuscendo finalmente a tenermi la coda vicina mentre la strofinavo. Era ancora una sensazione strana, toccare qualcosa che non avrebbe dovuto esserci, ma che sentivo tanto quanto il mio braccio, o la mia gamba. Scroprii in fretta che la parte inferiore, quella con le squame più piccole e sottili, era anche la più delicata, diventando via via più sensibile dalla punta fin dietro la schiena, unendosi poco sopra il mio didietro.
    Se non altro, Nesy non ebbe maggiore fortuna con la sua coda soffice, esibendosi in una mezza piroetta prima di riuscire a lavarsela.

    Dopo esserci lavate, ci spostammo avanti nella stanza, dove si trovano asciugatori e salviette. Lei non perse tempo a mettersi vicino uno di essi, subito investita dal getto di aria calda. Il pelo le si schiacciò contro il corpo mentre si girava e strofinava con i palmi delle mani, rumuovendo ogni traccia di umidità. Le ci sarebbe voluto diverso tempo rispetto a me, così me la presi comoda. Decisi di prendere uno degli asciugamani, piuttosto grande, e cominciai a strofinarmi il viso e le braccia prima di passare al resto del corpo. Mi godetti la morbida stoffa che mi carezzava, asciugando tutte quelle goccioline d'acqua che mi erano rimaste attaccate, scintillanti come perle sopra le mie squame azzurre e bluestre. Ora che mi ero lavata potei notare come la mia colorazione non era una tinta unita, ma sfumava da un blu zaffiro fino ad un più chiaro cobalto, mentre il petto, il sotto coda e l'interno delle cosce era di bianco rosato, che mi incorniciava i seni e i fianchi con bordi frastagliati.
    Nesy sembrò beneficiare allo stesso modo dalla doccia, ed ora che la potei osservare con la pelliccia pulita ed asciutta dovetti ammettere che era stupenda. Molto più di quanto avrei immaginato, in un modo che forse non avrei mai potuto superare. Era una lupa grigia da quello che potei constatare, ma il termine non le dava giustizia. Toccava diverse tonalità tra il grigio e il bianco, con bordi che parevano quasi d'argento. I capelli erano biondi scuro e corti, ma si adattavano perfettamente alla sua figura slanciata e tonica, dandole un aspetto ferino e pericoloso tanto quanto attraente. Eravamo di pari altezza, eppure le sue curve sembravano più prosperose ed invitanti, messe in risalto da ciuffi di pelo grigio.

    Tuttavia, scoprii il mio vero aspetto solo quando ci spostammo nella camera successiva. Questa era completamente diversa dalle precedenti, finalmente perdendo quell'aspetto asettico da laboratorio per una decorazione più familiare. Il pavimento era coperto da un morbido tappeto nero, e seppure la luce fosse sempre quella bianca dei neon, almeno non si rifletteva su pareti spoglie. Scaffali e ripiani erano addossati da un lato, pieni di indumenti di diverse misure e forme, anche se i colori sembravano variare solo nelle tonalità di grigio. Ma ciò che catturò l'attenzione di entrambe fu l'enorme specchio che formava la parete opposta.
    Ci fermammo entrambe sulla soglia, in trepidazione sapendo che solo qualche passo ci separava dal vedere le nostre sembianze. Nesy fu la prima a muoversi nel centro della stanza, occhi bassi prima di prendere un respiro e sollevarli con uno sguardo di stupore. Sorrisi, potendo ben immaginare come doveva sentirsi... orgogliosa di quanto magnifico era il suo riflesso. Poi toccò a me trovare il coraggio di spostarmi davanti allo specchio.

    Una dragonessa dall'aria timida e spaventata mi guardava, con due occhi color smeraldo bordato da pagliuzze d'oro. Le orecchie erano basse, la coda guizzava dietro di lei nervosamente mentre si avvicinava tanto allo specchio da poterlo toccare. Lo feci. Osservai la mano nel riflesso sollevandosi con la mia, unendo i palmi sulla fredda superficie. Provai a sorridere, e così fece la ragazza nello specchio. Un sorriso semplice, su di un viso che poco aveva di umano, eppure così familiare. Mi girai leggermente, notando altri dettagli a cui prima non feci davvero caso, come il disegno a strisce azzurre che mi decorava la schiena alternandosi al blu scuro. Non sapevo se considerarmi bella. Nesy mi sembrava meritare quel termine molto più di me, ma forse era dovuto al fatto che il suo aspetto da lupa era più familiare di quello da rettile.
    Sospirai. Non sapevo e non capivo come mai non eravamo umane. Qualcosa mi diceva che avremmo dovuto esserlo, ma gli unici ricordi che avevo cominciavano in quell'oscurità del tubo di sospensione. Eppure, allo stesso tempo non volevo essere umana. Ciò che eravamo ora era molto meglio, speciale e rassicurante.

    Notai che Nesy era già vicina agli scaffali, rovistando tra i vari indumenti e provandosi contro il corpo magliette e pantaloni prima di scartarli. Aveva già indossato degli slip e un reggiseno neri, mettendo in risalto la sua bellezza ma anche ricordandomi che ero ancora nuda. Non avevo intenzione di rimanerci a lungo, così mi ci avvicinai in fretta a lei, guardando quali opzioni vi erano.
    Altre scelte... mi lamentai mentalmente, non essendo molto brava a prendere decisioni. Avrei preferito avere semplicemente un set da dover indossare, senza dovermi preoccupare di cosa mi sarebbe stato bene addosso. Nel tempo che ci misi a scegliere l'intimo Nesy aveva finito di vestirsi. La guardai, e mi sentii avvampare di gelosia. Era strabiliante, sembrava quasi un'eroina. Aveva scelto un completo che le dava un aspetto mascolino ma che si adattava alle sue forme, con dei pantaloni lunghi militari, una canotta ed una giacca sopra tenuta aperta davanti. Desiderai poter essere così sicura di me stessa, ma avevo il dubbio che un simile abbigliamento avesse avuto in risultato tanto bello anche su di me.

    Riportai lo sguardo sui vari ripiani con i diversi indumenti, cercandomi di immaginare in ciascuno di essi. Vi erano pantaloni semplici e complessi, gonne e minigonne di diversi tipi, magliette a maniche lunghe, corte e canotte, felpe e giacche di vario genere. Tutti erano tra il nero e il grigio, con dettagli rossi, blu o verdi. Immaginai che tutte le possibili combinazioni avevano un risultato abbastanza rigido, ricordando quasi un campo d'addestramento. Forse era davvero questo il nostro scopo. La lupa sembrava davvero una guerriera, era facile immaginarla con una pistola tra le mani, intenta a sparare nemici immaginari. Sperai che non avesse nulla a che fare con il dover combattere per sopravvivere, ma ebbi la sensazione che il nostro futuro non avesse nulla a che fare con una vita semplice e serena.

    "Mmm, secondo me staresti bene con questi" disse Nesy mentre ancora pensavo. Mi si avvicinò, allungandosi per tirare fuori dalla pila una maglietta grigia a maniche lunghe, ed un paio di pantaloni neri dotati di una doppia striscia verde brillante sui fianchi. Io non contestai, ero contenta di qualunque suggerimento, e mi infilai il completo velocemente prima di girarmi verso lo specchio. Nesy doveva avere occhio, ciò che vidi era ancora la ragazza azzurra di prima, ma non più spaventata. Come per lei, sembravo avere un aspetto da combattente anche se meno pronunciato, ma mi diede sicurezza, pronta per ciò che il futuro ci avesse riservato. Gli indumenti semplici sembravano mettere in risalto le mie squame, così come i dettagli verdi sui lati delle gambe si intonavano con i miei occhi. Vi era una fessura sul retro, attraverso il quale passava la mia coda comodamente.
    "Grazie" le risposi sinceramente, felice di poter contare sul suo aiuto. Finimmo di controllarci a vicenda, decidendo gli ultimi dettagli e scambiandoci opinioni e suggerimenti, finalmente cominciando a rompere il ghiaccio.

    Senza orologio era difficile stabilire quanto tempo fosse passato dal momento in cui lasciammo le capsule. Probabilmente un'ora o due, e cominciavo a sentirmi a disagio per la mancanza di altre persone. Non vedevo l'ora di scoprire chi altri vi fosse in questa struttura, e soprattutto chi la controllava. C'erano così tante domande a cui avrei voluto risposte! Proseguimmo oltre quel locale, ritornando in un corridoio da laboratorio fino a raggiungere una porta chiusa. Su entrambi i lati vi erano due fessure circolari, abbastanza grandi e profonde da poterci passare la mano, ma era difficile stabilire a cosa servissero. Non mi piacque leggere il cartello vicino, che avvisava entrambe di inserire il braccio sinistro nella fessura per la 'procedura' prima di poter proseguire.
    Guardai Nesy, anche lei sembrava infastidita, ma mi sorrise avvicinandosi alla porta, la mano vicina alla fessura. Questo mi diede coraggio, e presi posto all'altro lato.
    "Insieme?" lei mi chiese gentilmente ed io annuii. Facemmo scivolare le mani nelle fessure, e quando quasi l'intero avambraccio era scomparso al suo interno sembrò esserci una reazione.

    Accadde in fretta, senza lasciarci il tempo di capire cosa fosse. Sentii qualcosa stringere intorno all'apertura, bloccandomi in posizione mentre più in profondità un'altra stretta mi tenne la mano ferma. Qualcosa mi punse vicino al polso, il dolore fu acuto ma scomparve in fretta mentre qualcosa di freddo veniva allacciato intorno. Ciò che mi bloccava si riaprì, ed io tirai in dietro il braccio turbata prima di osservarmi il polso. Vi era una specie di bracciale di metallo, chiuso e senza segni di congiunzione, come se fosse tutto un pezzo. Sul lato inferiore, erano visibili delle cifre stampate nella superficie stessa, su cui feci scorrere le dita. Tre numeri, e immediatamente capii a cosa serviva. Ero la risvegliata numero 636.

    Nesy invece era la numero 635. Vi dovevano essere diverse centinaia di noi dunque, e proprio mentre iniziavo a chiedermi dove fossero tutti, la porta si aprì. Vi era un breve corridoio oltre la soglia, ma ciò che catturò l'attenzione di entrambe fu il rumore che proveniva dal fondo. Rumore di passi, di parlottare, la confusione tipica di un luogo affollato senza controllo. Nesy si lanciò direttamente verso di essa, ed io dovetti correre per starle dietro, trattenendo il fiato quando vidi dove eravamo.
    Di fronte a noi si estendeva un'ampio salone alto diverse decine di metri, con un ampia finestrata che dava su di un cielo azzurro e limpido alla nostra destra. A sinistra invece vi erano ascensori e scale, che collegavano i diversi anelli di piani che formavano la struttura. Noi eravamo al secondo, e guardando in alto potei contare altri tre livelli. Ma ciò che mi fece fremere d'eccitazione erano tutte le persone che si stavano riversando sugli anelli e nel centro dell'antro, arrivando da corridoi simili ai nostri, a centinaia. Erano come noi, vestiti con simili abiti grigi e neri, principalmente pantaloni e magliette, ma notai molte altre femmine con gonne e minigonne. Tuttavia la somiglianza terminava quì.

    Vi era una tale varietà di specie! Pellicce e piume colorate combattevano per risaltare nella folla di furry che si stava radunando, un arcobaleno di macchie che si rivelavano dagli indumenti così rigidi. Notai che i mammiferi erano la maggioranza, probabilmente da soli formavano due terzi dei presenti, anche se molti altri continuavano ad arrivare. I canidi erano la specie più comune, a mio parere anche la più interessante. Guardai di verso Nesy, che si stava sporgendo verso la ringhiera del piano per osservare in basso, la coda arricciata in su. Pur avendola appena conosciuta, non riuscii a trattenere una risatina, avvicinandomi per guardare con lei.
    Molti risvegliati ci passarono accanto, alcuni osservandosi con la stessa curiosità e stupefazione che avevamo noi stesse, altri invece sembravano già essersi ripresi, chiacchierando amichevolmente mentre si spostavano verso gli ascensori. Seguendo il loro esempio, diedi un colpetto a Nesy prima di avviarmi nella stessa direzione, dando in leggero sospiro di sollievo nel sentire la lupa seguirmi prontamente. In realtà non vi era nulla che ci doveva tenere assieme. Probabilmente il risveglio avveniva in coppie solo per renderlo meno traumatico, supportandosi a vicenda fino al termine del processo. Ma una volta raggiunto il salone, potevo vedere i gruppi scindersi e riformarsi secondo le proprie esigenze e preferenze.

    Pur essendoci maschi e femmine in equal numero, notai che i gruppi sembravano dividersi non per sesso ma per specie. Immaginai che forse avrei dovuto cercare altri draghi, altri rettili, ma stranamente non mi sentii a mio agio a quel pensiero. Avevo le squame, ma qualcosa mi diceva che ero ancora una mammifera, e preferivo la compagnia di altri come Nesy. Perciò fui contenta nel sapere che lei mi rimase accanto. Gli ascensori erano presi d'assalto, e le scale pur se affollate sembravano più agibili, ma Nesy non sembrò dargli peso. Mi afferrò la mano, tirandomi con lei verso uno degli ascensori che si era appena aperto. Spingendo nella calca riuscimmo ad entrare, ed io mi raggomitolai contro di lei nel sentire altei risvegliati spingere per entrare. Pur se enormi, non sembrava esserci spazio per più di una ventina di noi per viaggio.
    La discesa fu rapida e ben presto mi ritrovai guidata fuori dalla lupa mentre gli altri sciamavano fuori, eccitati, alcuni chiacchierando ed altri guardandosi attorno per cercare dei simili. Nesy sembrava tra questi, ritta sulle punte dei piedi cercando di guardare attorno.

    Sospirai. Avrei preferito rimanere sola con lei, di avere un'amicizia speciale. Ero curiosa di conoscere altri, e continuavo a guardarmi attorno con interesse, ma dovetti ammettere con me stessa di non essere molto espansiva. Ero timida, e l'esperienza nell'ascensore mi fece capire quanto non sopportavo i luoghi affollati. Ma forse avrei potuto imparare. Magari dovevo solo provarci.
    "Vieni, ho visto un posto libero, facciamo in fretta" la sentii dire puntando verso una direzione, cominciando a tirarmi a passi rapidi. Sbattei gli occhi, rendendomi conto che le mie preoccupazioni erano del tutto errate. Stava solo cercando un posto per sedersi. Quasi mi misi a ridere dal sollievo mentre ci spostammo verso il lato opposto dello spiazzo, dove vi erano diverse panchine.
    Vidi lo spazio che lei aveva notato, abbastanza per entrambe almeno fino a quando un orso piuttosto robusto non ne occupò metà. Nesy non se ne fece un problema, sedendosi in quello rimanente e prima che potessi parlare mi tirò a se, facendomi sedere sul suo grembo. Mi avvolse le braccia attorno alla vita, ed io mi rilassai, appoggiandomi a lei sentendo il suo mento sulla mia nuca. Era piacevole, e quasi dimenticai il caos tutt'intorno.

    Passò quasi mezz'ora prima che finalmente qualcosa successe. Ormai tutti i risvegliati si erano radunati nel salone, in parte al centro ed il resto semplicemente contro le ringhiere dei vari livelli, osservando verso il centro. Si sentii un suono di sirena, forte abbastanza da sovrastare il rumore del parlare ed strepitare di migliaia di persone. Ben presto le urla cominciarono a scemare, e guardai con sorpresa la grande finestrata lampeggiare, il cielo lentamente scomparire mentre la superficie diventò bianco luminosa. Era un'enorme schermo, e la cosa mi lasciò tanto stupita quanto turbata.
    Tutte le teste si voltarono verso di esso mentre un logo comparve. Un esagono al cui interno vi erano delle linee tracciate da vertice a vertice. Non lo riconobbi, ma ebbi decisamente la sensazione di averlo già visto.

    "Benvenuti! Benvenuti e ben risvegliati dal sonno di rigenerazione!" cominciò una voce, forte abbastanza da essere udita da tutti. Veniva da altoparlanti piazzati lungo tutto il salone, rendendo impossibile capire dove fosse la fonte. Eppure non notai alcuna persona ergersi, l'attenzione di tutti ancora rivolta allo schermo. Questo mostrava ancora il logo, sembrava ruotare lentamente su uno sfondo in continua evoluzione.
    "Come avrete intuito, questa struttura è stata costruita con lo scopo di crearvi. Non siete il risultato di un esperimento, ma il frutto di una scelta collettiva. Voi siete una speranza." continuò, mentre il logo sullo schermo scomparve, sostituito da immagini. Erano riprese della Terra, di montagne, fiumi, mari, e pianure. Sembravano mostrare il progresso dell'uomo, delle più imponenti creazioni tra grattacieli, dighe, ponti e città. Vi era qualcosa di magnifico e terrificante allo stesso tempo osservare quanto fossero in grado di manipolare la terra, di sfruttare le risorse...
    "Circa centoventi anni fa, lo sviluppo tecnologico dell'uomo raggiunse livelli tali da soddisfare tutte le necessità primarie. Cibo, acqua, calore, tutti avevano a disposizione un'abitazione, energia e trasporti. Le città cominciarono a formarsi anche nei luoghi dove prima vi era la fame, e l'istruzione permise alla società di migliorare e debellare la povertà e la criminalità." spiegò la voce dagli altoparlanti, mentre le immagini e i video continuarono. "Raggiungere altri mondi era ancora fuori dalla nostra portata, così impiegammo le nostre conoscenze per migliorare il mondo. Tuttavia, ciò che ancora doveva essere soddisfatto, era la necessità di protezione."
    Le immagini sullo schermo lentamente cambiarono. Iniziarono a mostrare esperimenti sull'energia, su nuove armi e veicoli da combattimento. Macchinari da guerra e robot che diventavano via via più grandi ed avanzati. "I leader mondiali decisero di investire nella ricerca militare, con lo scopo di essere pronti a rispondere eventuali attacchi, per proteggerci. Quando diventò chiaro che l'interesse delle nazioni era invece quello di minacciare, conquistare e ottenere maggiore potere, fu troppo tardi. La guerra fu inevitabile."

    Ebbi un sussulto nel vedere le registrazioni di ciò che accadde. Dei primi missili lanciati sulle città, degli scontri tra soldati e macchine via via più cruenti. Nesy mi strinse vicina, e sentii la maggior parte dei risvegliati mormorare e commentare tra di loro. Molti non sembravano sorpresi, come se si aspettassero una cosa del genere. Alcuni anche sghignazzavano, osservando i combattimenti con una luce negli occhi che potevo interpretare solo come desiderio a parteciparvi.
    "Tutto il mondo vi prese parte. Per ogni città distrutta vi era un nuovo attacco portato a termine, per ogni soldato ucciso un nuovo automa costruito. Inizialmente i leader pensarono di mettere fine velocemente agli scontri con l'utilizzo di macchine tecnologicamente avanzate, di computer e sistemi automatizzati. Ma le cose sfuggirono al controllo. Ciò che era stato pensato come un evento di pochi mesi, continuò per quasi 15 anni, il cui termine vide la razza umana quasi estinta."
    Volevo chiudere gli occhi. Volevo stringermi la testa tra le mani e far finta di niente. Ma non riuscii a muovermi, paralizzata nel guardare il susseguirsi di battaglie che distrussero il mondo. I cieli diventarono scuri e malati dai gas rilasciati dalle macchine. I fiumi e i mari si fecero torbidi di veleni e acidi, mentre le città diventarono rovine di acciaio e vetro. Ciò che più mi turbava erano dati e analisi che confermavano la quasi totalità della rovina del mondo, con pochi luoghi rimasti al sicuro, troppo distanti o inaccessibili per aver avuto qualche interesse.
    "Fu solo per miracolo che la nostra struttura di ricerca rimase intatta, al di fuori dei combattimenti. Ed è per questo che ci impegnammo per trovare una soluzione. Era troppo tardi per salvare l'umanità, ma forse era giunto il momento di smettere di essere egoisti." spiegò la voce. Era facile perdersi nell'ascoltarla, eppure allo stesso tempo catturava l'attenzione. Con mio sollievo vidi lo schermo cambiare ancora, mostrando immagini del mondo dove l'uomo non aveva imposto il proprio dominio, e delle creature che invece vi vivevano liberamente. "Gran parte degli animali che popolavano la Terra subirono la nostra stessa sorte, e volemmo donare loro un futuro migliore. Avremmo unito la nostre migliori virtù con le loro, per creare una nuova specie dotata di conoscenza, sentimento, audacia, volontà, prudenza e tenacia in grado di vivere in armonia con la natura." Era un bel pensiero. "Voi siete questo regalo."

    Calò un silenzio pesante nel salone. Tutti cominciarono a sentirsi a disagio, guardandosi a vicenda prima che qualcuno ebbe il coraggio di spezzare la tensione con un grido. "Per l'onore!"
    Suonò strano, riecheggiando nel vasto antro tanto quanto nelle orecchie di tutti i presenti. Poi qualcun'altro gli fece eco, e così fecero molti altri, aggiuggendosi in un coro di voci che crebbe fin quando anch'io non mi trovai a partecipare, alzando un pugno in aria nell'urlo di gioia e unità stava scuotendo i presenti. "Per l'onore!" sentii Nesy gridare con me.
    Gli altoparlanti rimasero spenti fin quando l'eccitazione non iniziò a scemare, il logo del laboratorio ancora una volta occupando lo schermo, attendendo di poter continuare.
    "Tuttavia, la vostra preparazione non è ancora terminata. Nelle prossime settimane verrete istruiti, seguirete corsi ed imparerete a sopravvivere nel difficile mondo che vi è stato lasciato in eredità. Scoprirete ben presto che sono rimasti pericoli oscuri e rovine del male, e saranno necessari molti anni per poter sistemare l'equilibrio del mondo. Ma con il vostro aiuto, ciò sarà possibile." Vi fu una pausa, e sullo schermo cominciarono a comparire spiegazioni sul funzionamento della struttura e di diverse procedure di sicurezza ed emergenza. La cosa mi fece sospirare, cominciavo ad essere affamata, e desideravo null'altro che la presentazione finisse. Persi il filo del discorso, e mi accoccolai in grembo a Nesy guardandomi gli artigli con noncuranza, semplicemente godendomi il calore del corpo peloso della lupa contro la schiena.

    "E' ora di pranzo, dunque non abbiate timore nell'usufruire della mensa. Oggi è un giorno speciale e sarà festeggiato come tale, sarete liberi di impiegare il resto della giornata come vi aggrada. Da domani inizierete il vostro addestramento." terminò la voce. A tali parole mi risvegliai dallo stato di torpore nel quale ero caduta, velocemente rialzandomi per stiracchiare il corpo. Nesy fece lo stesso, massaggiandosi la schiena mentre tutti i risvegliati intorno a noi cominciavano a defluire verso delle uscite laterali, vicino a dove si trovava lo schermo che ora mostrava nuovamente un cielo limpido. Era rilassante, ma dopo quanto visto riguardo al passato, difficilmente riuscii ad immaginare che vi fosse ancora un cielo così al di fuori di quel posto.
    "Fame?" mi chiese Nesy con un sorriso.
    "Decisamente" risposi. "Andiamo a vedere cosa considerano come pranzo in questo posto?" Lei rise annuendo, e mi cinse le spalle con un braccio mentre ci inserivamo nel gruppo di persone che usciva per mangiare.

    La 'mensa' in realtà erano 4 enormi locali dotati di tavoli e sedie, abbastanza per circa 250 persone ciascuno. Vicino ad ogni entrata vi era un servizio di self-service, dove ognuno poteva recuperare un vassoio e posate su cui raccogliere il cibo desiderato. Come mi aspettavo, non c'era grande scelta, si trattava sopratutto di alimenti a lunga conservazione, tipici di un luogo rigido come quello. Osservai mentre i risvegliati si mettevano in fila per prendere mestolate di zuppa e pezzi di pane, bottigliette d'acqua e succhi di frutta. Ogni qual volta uno dei ripiani si svuotava, quello si richiudeva per un breve periodo prima di riaprirsi stracolmo di pietanze e prodotti alimentari.
    Seguii Nesy verso la coda, prendendo i vassoi ed attendendo di servirci. Fortunatamente i ripiani erano molti, permettendo alla massa di scorrere in fretta, ed in breve tempo ci stavamo dirigendo verso un tavolo vuoto, i vassoi pieni di quanto più riuscimmo a prendere. Era una magra consolazione, avrei tanto preferito cibo più fresco o cucinato con attenzione piuttosto che essere una produzione di massa, ma dovetti accontentarmi.
    Ci sedettimo l'una di fronte all'altra, cominciando a mangiare silenziosamente. In realtà avrei voluto parlarle, chiedere di lei, ma avevo così tanti pensieri tra la mente che non sapevo dove iniziare. E il caos della mensa non aiutava a concentrarsi: sembrava di essere a scuola! Potei riconoscere immediatamente il gruppo di casinisti, per lo più maschi, che avevano unito diversi tavoli per restare assieme, urlando e strepitando. Fu in quel momento che mi resi conto di quanto eravamo tutti giovani, poco più che ragazzi.
    "Posso sedermi?" una voce femminile mi riscosse, e notai una giovane volpe artica vicino al nostro tavolo, reggendo il vassoio timidamente. Aveva i capelli lisci e lunghi, con una ciocca che le copriva parzialmente il viso ed un occhio. Quello visibile era d'un blu cielo, completamente diverso dalla tonalità ghiaccio di Nesy. Quest'ultima annuì mentre aveva ancora un pezzo di pane in bocca, spostandosi leggermente di lato per farle posto, ed io le sorrisi.
    "Il mio nome è Ray" le dissi, guardandola con curiosità. Al contrario di noi due, aveva scelto un completo decisamente femminile, con una camicetta senza maniche ed una gonna che le arrivava al ginocchio.
    "Nesy." disse la lupa ancora masticando.
    "Credo di essere Zelani. Grazie per avermi fatta sedere, non ho ancora legato con nessuno, ma non mi andava di mangiare da sola..." rispose la giovane ragazza, sedendosi di fianco a Nesy. Era leggermente più bassa di quest'ultima, ed il fatto che tenesse sempre lo sguardo basso la faceva sembrare ancora più piccola.
    "Ed il tuo compagno di risveglio?" le chiesi curiosa, mettendo in bocca ciò che sembrava una crema di prosciutto. Era disgustosa, e me ne pentii quasi subito, ma con la fame che avevo feci uno sforzo. Provai a spalmarla sul pezzo di pane, sperando di renderla meno terribile.
    "Ecco, a dir la verità non c'era nessun'altro con me. L'altra capsula era vuota." rispose lei, stringendosi nelle spalle. Cominciò a mangiare la sua porzione, sembrando imbarazzata di quel fatto. Potevo capirla, doveva essere stata dura uscire dal trauma del risveglio senza il supporto di un'altra persona, perciò la guardai con compassione. Lei parve arrossire, una sfumatura decisamente visibile sotto il corto pelo bianco.

    Nesy ridacchiò. Si stese contro lo schienale della sedia con un sospiro, guardandoci sorridente. Aveva già finito il suo pranzo, senza lasciare niente, il che mi fece presumere che fosse anche più affamata di me, come... beh, una lupa.
    "Non preoccuparti Zelani, possiamo fare gruppo noi tre, vero Ray?" disse, dando un leggero colpetto alla spalla della volpe. Questa sorrise, finalmente sembrando rilassarsi, e la sua coda voluminosa si agitò allegramente.
    Mi rassenerai anch'io, dimenticando quanto avevamo appreso nel salone principale poco prima. Forse non era così male stare quì. Se mi ero sentita smarrita senza ricordi del passato, ora mi resi conto che non me ne importava. Stavo iniziando una nuova vita, scegliendo nuove amicizie. Feci divagare lo sguardo nella mensa, notando che molti avevano finito di mangiare e stavano uscendo, ma altri ancora arrivavano, probabilmente avendo deciso di gironzolare e fare nuove conoscenze prima di venire a pranzo. Fu in quel momento che notai un gruppo di risvegliati diverso da tutti gli altri, seduti ad un tavolo in disparte intenti a discutere in modo pacato. Erano più grandi di noi, con espressioni serie e autoritarie, ed i loro indumenti non rientravano in quelli grigi e neri di tutti gli altri. Erano divise blu scure, con quelle che sembravano dei gradi e mostrine.

    "Chi sono quelli?" domandai senza pensarci, ancora fissandoli.

    CITAZIONE
    *FINE PRIMO TEMPO*
    O quarto. Od ottavo... Siamo appena agli inizi!

    Spero vi sia piaciuta fino a quì, e che abbiate consigli da condividere^^ Ovviamente, se avete visto qualche strano error che mi sia sfuggito non abbiate timore ad avvisarmi ;)
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    Quello è uno stupido effetto collaterale, sono luminoso al buio ._. e il drago magnetico è interessante XD
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    Da dove viene questa qualità? Nel senso, capisco che si possano avere dei poteri da giovani... ma perchè? Cosa lo stabilisce? E' legato all'idea di spirito, quindi è un potere spirituale? O qualcosa di atomico, intrinseco nella fisica che regola l'universo?
  5. .
    Veramente Shiny lo proibisce solo perchè è cocciuta tanto quanto me :P *scrontro di teste dure* Perchè io ho bilanciato il mio elemento abbastanza da renderlo al livello di tutti gli altri XD
    Il fatto è che le persone sono così influenzate dalle idee comuni che non riescono ad accettare delle nuove ipotesi. Solo perchè ora tutti hanno sta fissazione di "Luce e Tenebra" non è strano che vengano considerati perfettamente equilibrati, nonostante siano chiaramente di tutt'altro genere rispetto agli elementi veri e propri?
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    Apparte che bisognerebbe prima dare una definizione concreta di magia, in quanto potrei dire che anche accendere la televisione è "magia" nonostante abbia tutta una scienza dietro.

    Io ho qualche "potere magico" credo, se così si possa definire... la questione del non essere notato è quella che mi viene meglio, in quanto sono anni e anni che la pratico XD Ho anche una certa affinità nel guarire velocemente dalle malattie senza bisogno di medicine, e anche una certa abilità nel controllare il tempo meteorologico (King lo sa bene XD)
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    IO vorrei un gdr leggermente più chiaro XD Nel senso, ci sono talmente tante regole e questioni al suo interno che tra un pò non su rola nemmeno, si fanno solo azioni predefinite XD
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    Posso dire che sinceramente la discussione è passata da "credenza popolare sulle anime extra-umane" a pure ipotesi di fantasie sulla magia (che sono anche interessanti, ma non hanno alcun legame con l'argomento d'origine XD)
  9. .
    Raysen era steso lì vicino. Sembrava addormentato, il suo respiro era calmo, la sua mente vagava ancora confusa degli eventi appena avvenuti, anche se i suoi sensi si risvegliavano, mettendolo al corrente della nuova presenza vicino a lui, permettendogli di sentire ciò che accadeva. Decise di rimanere in attesa e ascoltare la discussione, intervenendo solo se fosse stato necessario. Poteva sentire l'ira della viverna scagliarsi contro il nuovo arrivato, ma dubitava che le sue parole fosse fondate. Aveva ormai imparato che il suo modo di comportarsi era tagliente e avventato, ma non ingenuo. Sapeva benissimo che non avrebbe avuto scampo in uno scontro diretto contro il gruppo.
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    *osserva il terreno vedendo l'ombra coprilo* Oddio come diventa scuro... Deve essere diventato tardi, forse dovrei andare XD *cerca di svignarsela con attenzione* XP
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    *fa toc toc sulla propria, si può sentire un eco che scompare in lontananza* Mhm... non so XD

    *lo guarda sconcertato* Oddio, chi sei tu? O.o Uno nuovo? Benvenuto!

    XD
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    Questo è ovvio, lupi e draghi sono le due specie predatrici principali, condividono numerose qualità U.=.U

    Riguardo Licantropi e Lupi mannari, credo che quest'ultimi siano umani che diventano lupi con la luna piena, mentre i primi siano sempre lupi antropomorfi :P

    King, vedi che anche tu lo conosci già... Il forum su forumcommunity, ricordi? XD
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    Beh, ai tempi mica ti facevi chiamare Metin? :P *giggles* Ti troverai bene quì, il Regno è abbastanza gioviale, con le classice grigliate in tag (che organizzo come sempre XD) e gli scrontri nelle discussioni :P
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    *darebbe volentieri una mano ma si rifiuta di partecipare senza il suo elemento* XD
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    A dir la verità il tuo nick è cambiato spesso U.U Comunque benvenuto tra noi!
801 replies since 22/1/2009
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